La scorsa primavera, i brand Breintling e Tudor hanno siglato un accordo di «mutuo soccorso» per la reciproca fornitura di movimenti.
Si è trattato della notizia più frizzante, anche se la formula non era nuova. Infatti, alla fine degli anni Ottanta, Rolex, per il suo Daytona, aveva usato il calibro Zenith El Primero.
Non è nemmeno troppo diffusa come strategia. Eppure, è talvolta saggia, perché consente di ottimizzare le risorse, spostandole su obiettivi più strategici e senza perdere nulla in qualità (anzi!). Fondamentale, soprattutto in tempi economicamente delicati come questo.
Dato che delle cose intelligenti non è mai il caso di vergognarsi, l’alleanza è stata immediatamente resa nota da entrambe le parti con la massima trasparenza. Quindi, i movimenti cronografici da Breitling verso Tudor, percorso inverso per quelli solo tempo, e tutti contenti per non aver speso una fortuna in progettazione e sviluppo.
Dettagli dell’accordo Breinling-Tudor
Nell’intesa, come detto, Breitling si è assicurata l’uso di un solo tempo coi controfiocchi e, per di più, certificato Cosc, come tutti i movimenti utilizzati dal marchio, compresi i Super- Quartz ad alta precisione.
Si tratta di un argomento di cui si è parlato poco, forse anche per via delle concomitanti novità del marchio a livello di cambi societari. Infatti, Georges Kern, in uscita da Richemont, ha cucito i gradi di CEO sul suo giubbotto di pelle da aviatore. Alla fine, queste notizie hanno finito per mettere un po’ in ombra quelle sul prodotto. E allora, dove ha trovato casa, in quel di Grenchen, il sopra citato movimento tre lancette? Nel nuovo Superocean Héritage II. Una scelta, quella di un «diver», dettata dalla logica.
Infatti, il core business del marchio è ed è sempre stato quello dei professionali dedicati all’aviazione che, in quanto strumenti specifici, necessitano di complicazioni dedicate, funzioni cronografiche. Spesso, a questi strumenti serve un grado di accuratezza ancora maggiore rispetto a quello che un meccanico, pur preciso che sia, possa offrire.
Stornati questi, ovvero la quasi totalità dell’attuale produzione di Breitling, la scelta non poteva allora che ricadere sul Superocean, quest’anno «spinto» nella sua declinazione Héritage per celebrare i 60 anni del modello.
Anche se parlare di subacquei e pensare a Breitling è tutto tranne che un’associazione scontata, ma più a torto che a ragione. Oggi, va ricordato che, a partire dagli Anni Cinquanta, è stata proprio Breitling con il suo Superocean (insieme a Blancpain, con il Fifty Fathoms e a Rolex, con il Submariner) a cominciare a soddisfare, con orologi affidabili e impermeabili, la crescente domanda di coloro che iniziavano ad avventurarsi sott’acqua per lavoro o per diletto.
Caratteristiche del Breitling Superocean Héritage II 42
Il nuovo Superocean Héritage II 42 (4.410 euro — è disponibile allo stesso prezzo anche in versione da 46 mm) è un subacqueo con tutti i crismi: impermeabile fino a 20 atmosfere, dotato di corona e fondello a vite, lunetta girevole unidirezionale (con disco graduato in ceramica), vetro zaffiro antiriflesso su entrambi i lati.
Naturalmente, ha la cassa in acciaio. Sui modelli dedicati all’aviazione, dove ogni grammo in più o in meno può fare la differenza per via delle forze G chiamate in causa, si può sperimentare in fatto di materiali superleggeri. Purtroppo, però, quando c’è da andare sott’acqua l’affidabilità dell’acciaio, oggi come mezzo secolo fa, è ancora senza rivali.
Poi, certo, per chi ne dovesse fare un uso realmente professionale, il consiglio è di scegliere la versione con in cinturino in caucciù, più pratica e regolabile di quella con bracciale in maglia d’acciaio.
Tornando sul nodo cruciale del movimento, il Superocean Héritage II monta, così, il movimento a carica automatica identificato come B20. Si tratta della versione modificata del calibro MT5612 di Tudor, il primo certificato Cosc del marchio e introdotto nel 2015 sul Pelagos (guarda caso, un altro diver).
Anche qui, però, con qualche differenza. In più, sul fronte estetico, grazie alle finiture esclusive a Côtes de Genève su ponti e platina. In meno, su quello tecnico, dal momento che nell’accordo di cessione non è rientrato l’organo regolatore e con esso la spirale del bilanciere in silicio. Da qui, la relativa qualifica di amagnetico.
I dettagli
- Il movimento a carica automatica B20 deriva dal calibro MT5612 di Tudor. È certificato Cosc, adotta un bilanciere a inerzia variabile e offre una riserva di marcia di oltre 70 ore. Breitling lo ha personalizzato con finiture a Côtes de Genève.
- L’anello in ceramica hi-tech della lunetta è una delle novità del Superocean Héritage II. Oltre ad essere inscalfibile è ton-sur-ton con il quadrante, il che contribuisce a creare una percezione di maggiore ampiezza dello stesso.
Questo fa del Superocean Héritage II 42 il simbolo di una bella collaborazione, che sembra portare grande soddisfazione agli appassionati di orologeria da polso di lusso di tutto il mondo. Si spera anche per il futuro!