Il bariletto è l’organo del movimento meccanico che contiene la molla di carica e che trasmette la forza motrice al treno degli ingranaggi. Attraverso opportune ruote dentate, riceve la carica manualmente (dall’insieme di albero e corona) o automaticamente (dagli spostamenti del rotore, nei movimenti automatici).
Bariletto Orologi: cos’è e come funziona
Il bariletto è generalmente composto da quattro parti: il tamburo, la molla, l’albero e il coperchio.
La funzione del bariletto è molteplice: non solo funziona come accumulatore di energia, ma protegge anche la molla di carica dagli agenti atmosferici, evita che la polvere si depositi tra le spire aumentando gli attriti e preserva il grasso lubrificante, mantenendolo in posizione e in buone condizioni.
Il bariletto inoltre preserva, in caso di rottura della molla, le ruote e gli ingranaggi dagli urti che si potrebbero verificare a causa della molla “libera” all’interno del movimento. Solitamente l’energia rilasciata improvvisamente dalla rottura si scarica sul bariletto e sulla prima ruota del rotismo, causando la rottura solo di quest’ultima.
La molla di carica è una lamina di sezione rettangolare che è avvolta attorno al nocciolo dell’albero del bariletto. Svolgendosi, rilascia l’energia necessaria al funzionamento dell’orologio. La sua forma ha subito un’evoluzione nel corso del tempo passando dalla forma avvolta a spirale alla forma ad S rovesciata.
Il materiale utilizzato per la fabbricazione è una lega, sottoposta ad incrudimento, a base di cobalto, nickel e cromo. Duttile e dotata di altissima resistenza, deve sopportare forti sollecitazioni meccaniche e resistere alla corrosione.
Per quanto concerne il fissaggio della molla al bariletto: era tradizionalmente fissata al bariletto mediante un gancio, ma nel corso degli anni ci sono state parecchie evoluzioni, arrivando in tempi moderni ad un attacco costituito da una piccola brida, che va a bloccarsi in un intaglio praticato sulla parete del bariletto.
Negli orologi automatici, la brida serve a far slittare la molla una volta raggiunta la massima carica. Il momento torcente rilasciato dalla molla non è lineare, soprattutto quando la molla è quasi scarica. Questo è uno dei problemi che, da sempre, ha assillato i costruttori di orologi: la poca omogeneità nell’erogazione dell’energia da parte della molla. Questa criticità oggi è in parte superata grazie ai materiali a disposizione per la sua costruzione.
In sintesi, la dentatura esterna del bariletto ingrana con il pignone della ruota di centro (che quando compie un giro in un’ora viene anche detta dei minuti), la quale, a sua volta, si collega con il pignone della ruota mediana, che ha la funzione di trasferire il moto all’ingranaggio successivo, quello dei secondi (che effettua un giro in un minuto).
Quest’ultimo ingrana con il pignone della ruota di scappamento, la cui velocità di rotazione è controllata attraverso l’ancora dalle oscillazioni del bilanciere.
La meccanica della molla di carica è abbastanza complessa. Fortunatamente, grazie allo scappamento, il suo ruolo non è cruciale nella precisione dell’orologio. Nel calcolo si possono pertanto trascurare le forze di contatto e altri fattori e usare la classica forma angolare della legge di Hooke, per calcolare il momento torcente.
Per concludere, andiamo a fare un cenno ai dispositivi di arresto. L’arresto è un dispositivo di limitazione della carica e della scarica della molla del bariletto. La sua funzione è quella di permettere l’utilizzazione della porzione migliore della lunghezza della molla ed evitare di sollecitarla al massimo. È formato da due pezzi: il dito di arresto, solidale con l’albero del bariletto e la croce di Malta, che ruota liberamente.
Quando la molla del bariletto viene caricata, l’albero e il dito ruotano; il dito sposta la croce di Malta del numero dei denti concavi, ma si blocca all’ultimo dente convesso. Durante la scarica, invece, il coperchio ruota con il bariletto e trascina la croce di Malta dello stesso numero di denti fino al bloccaggio, consentendo di usare la molla solo nella parte scelta.
Per segnalare sul quadrante lo stato di carica della molla all’interno del bariletto, in genere viene utilizzata una lancetta che si muove su un arco di cerchio con le indicazioni del minimo e del massimo della carica (o anche tramite un’affissione lineare), ma non mancano esempi in cui le ore rimanenti, prima del completo esaurimento, sono indicate da numeri attraverso una finestrella.
Per quanto riguarda le sue dimensioni, il bariletto si presenta generalmente come un cilindro di circa un centimetro di diametro, per uno spessore di mezzo centimetro, provvisto di denti sul suo perimetro.