Il Blancpain Villeret Quantième Perpétuel è un segnatempo che unisce eleganza classica e raffinate soluzioni tecniche. La sua cassa in oro rosso da 40,3 mm, impermeabile fino a 3 atmosfere, racchiude un quadrante verde con finitura soleil che cattura la luce con discreta raffinatezza. Al suo interno pulsa il calibro automatico 5954, dotato di doppio bariletto e 72 ore di autonomia, capace di gestire un calendario perpetuo completo con indicazione delle fasi lunari. I pulsanti correttori, nascosti sotto le anse, mantengono il profilo pulito della cassa, mentre il cinturino in pelle di alligatore con fibbia déployante aggiunge il tocco finale di sobria eleganza.
Quella del calendario perpetuo è, secondo me, una delle complicazioni più affascinanti dell’orologeria. Non si limita a contare i giorni: conosce perfettamente la durata dei mesi; febbraio lo conosce bene: in genere ha 28 giorni, ma ogni quattro anni sa aggiungerne uno, regalando quel 29 che rende speciale l’anno bisestile. E non si fa ingannare facilmente: sa anche che nel 2100 non sarà bisestile, perché il calendario gregoriano prevede un’eccezione ogni 400 anni, escludendo tre anni secolari dal ciclo. È come se avesse imparato a memoria tutte le stranezze del tempo e le gestisse in autonomia, senza bisogno del nostro intervento. Solo il 1° marzo 2100 richiederà una correzione manuale… ma direi che possiamo tranquillamente lasciare questo dettaglio in eredità alle generazioni future.
Il calendario perpetuo è stata la prima vera grande complicazione a trovare posto su un orologio da polso, e ancora oggi continua a esercitare un fascino incredibile. A mio avviso rappresenta una delle massime espressioni dell’orologeria meccanica: difficile da progettare, ma sorprendentemente utile nella vita di tutti i giorni. Blancpain, che con la tradizione ha sempre avuto un legame profondo, ne ha fatto uno dei suoi punti di forza già negli anni ’80 e ’90, quando l’orologeria meccanica iniziava a risorgere dopo il ciclone del quarzo.
In quel periodo la maison si lanciò in una vera e propria missione: riportare in vita le grandi complicazioni, con un linguaggio classico ed elegante. E proprio l’indicazione delle fasi lunari, un dettaglio poetico e distintivo, divenne il segno che apriva la strada a meccanismi più complessi come i calendari perpetui. In quegli anni, questa complicazione conquistò un ruolo centrale nella collezione dei cosiddetti “sei capolavori” di Blancpain, fino a trovare la sua massima espressione nel celebre modello 1735, che all’epoca era considerato l’orologio automatico più complicato mai realizzato.
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Recensione Blancpain Villeret Quantième Perpétuel
Blancpain non ha mai ceduto al richiamo del quarzo. E non è solo una scelta tecnica: è un principio. Quel famoso motto nato negli anni della rinascita meccanica, “Dal 1735 non è mai esistito un Blancpain al quarzo”, racconta una visione dell’orologeria che guarda al tempo come arte, non come mera precisione.
Un’eredità che oggi vive anche nel Villeret Quantième Perpétuel, un segnatempo che sposa la complessità meccanica con un’estetica profondamente contemporanea. Il quadrante verde, intenso e profondo, dona freschezza al design, creando un bellissimo contrasto con il caldo tono dell’oro rosso della cassa. È una tonalità che non passa inosservata, ispirata – come spiega la maison – alle fitte foreste che abbracciano la Vallée de Joux.
Quello che colpisce, oltre alla bellezza dei dettagli, è l’armonia complessiva del quadrante: ricco di informazioni, sì, ma mai caotico. Ogni indicazione trova il suo spazio, in un layout ordinato e leggibile. L’identità classica della linea Villeret si ritrova nei suoi tratti distintivi: la cassa da 40 mm dalle curve armoniose e la lunetta sfaccettata che ne esalta l’eleganza, tutto parla il linguaggio sobrio e raffinato di un’alta orologeria che non ha bisogno di urlare per farsi notare.
È il cuore pulsante di questo calendario perpetuo a fare davvero la differenza: il calibro automatico 5954 è un piccolo capolavoro d’ingegneria che gestisce con precisione tutte le irregolarità del calendario gregoriano. A renderlo ancora più interessante c’è una riserva di carica generosa, ben 72 ore, garantita dalla presenza di un doppio bariletto. All’interno, una spirale in silicio svolge un ruolo chiave, offrendo un’ottima resistenza ai campi magnetici, sempre più presenti nella vita quotidiana.
Ma la vera magia sta nella sua “memoria meccanica”, capace di distinguere i mesi da 28, 29, 30 e 31 giorni senza alcun intervento manuale. Questo è possibile grazie a nn ingranaggio coassiale a doppia ruota è il vero artefice di questa memoria meccanica, capace di adeguarsi automaticamente alle differenze tra i mesi.
E siccome parliamo di una complicazione tanto affascinante quanto delicata, il movimento è stato dotato anche di un sistema di sicurezza intelligente, pensato per proteggere gli ingranaggi da eventuali danni. In particolare, evita problemi quando si tenta di correggere la data in un momento critico – ad esempio vicino alla mezzanotte – proprio quando il meccanismo interno è già in fase di aggiornamento automatico di data, giorno e fasi lunari. Un accorgimento che, secondo me, dimostra quanta attenzione ci sia dietro a ogni singolo dettaglio.
Blancpain ha trovato una soluzione davvero brillante a uno dei punti critici dei calendari perpetui: il rischio di danneggiare il movimento durante le regolazioni manuali. In questo caso, infatti, qualsiasi intervento sull’orologio inizia con il disinnesto dei componenti coinvolti, così da evitare attriti o forzature pericolose.
Ma c’è di più. Per regolare il calendario non si usano i classici correttori sulla carrure: Blancpain ha scelto un approccio diverso, decisamente più elegante. Blancpain ha nascosto i correttori sotto le anse, in un punto così discreto che li si nota solo osservando l’orologio dal fondello: una scelta che alleggerisce il profilo della cassa e ne valorizza il design. Una scelta che dona alla cassa un profilo molto più pulito e raffinato, senza interruzioni.
E in linea con questa filosofia di funzionalità discreta, anche l’utilizzo è sorprendentemente semplice: basta una leggera pressione con il dito, senza bisogno di attrezzi. Una di quelle soluzioni che fanno capire quanto Blancpain abbia pensato non solo al lato tecnico, ma anche all’esperienza quotidiana di chi indossa davvero l’orologio.
Scheda tecnica – Blancpain Villeret Quantième Perpétuel
Cassa | Oro rosso 40,3 mm – impermeabile fino a 3 ATM |
Quadrante | Verde con finitura soleil |
Movimento | Calibro automatico 5954 – doppio bariletto |
Funzioni | Calendario perpetuo con fasi lunari |
Autonomia | 72 ore di riserva di carica |
Correttori | Brevettati, nascosti sotto le anse |
Cinturino | Pelle di alligatore con fibbia déployante |