La Collezione Sub 200, lanciata nel 2019, rappresenta l’ingresso più accessibile nel mondo degli orologi subacquei firmati Doxa. Resiste fino a 200 metri di profondità, unendo proporzioni contemporanee a quel fascino retrò che da sempre contraddistingue il marchio. Una delle cose che mi colpisce di più è il modo in cui il colore diventa protagonista: le nuove versioni estive del Sub 200 sono proposte in ben otto varianti cromatiche di quadrante, con la possibilità di scegliere tra un cinturino in caucciù o il classico bracciale in chicchi di riso. E la novità che salta subito all’occhio? Le nuove lunette in acciaio lucido, davvero ben riuscite. Ma prima di lasciarmi prendere dall’entusiasmo per l’attualità, mi piace sempre tornare alle origini. Lo sapevate che, prima di lanciare i suoi primi orologi da immersione, Doxa si confrontò direttamente con esperti del settore, tra cui niente meno che Jacques Cousteau? Fu così che nacque il mitico Sub 300 nel 1967, amatissimo ancora oggi non solo per le sue prestazioni tecniche, ma anche per quel quadrante arancione che è diventato un’icona immediatamente riconoscibile.
Seguendo le specifiche tipiche del Sub 200, questo modello si distingue per una cura nei dettagli davvero apprezzabile: superfici spazzolate che giocano con la luce, smussi lucidi ben rifiniti, e naturalmente la corona e il fondello a vite che – come già accennato – assicurano un’impermeabilità fino a 200 metri. La cassa in acciaio misura 42 mm di diametro, con uno spessore di 13,8 mm e una distanza tra le anse di 46 mm: dimensioni che lo rendono un vero diver, ma con una vestibilità sorprendentemente equilibrata grazie alle anse corte che lo fanno aderire bene al polso.
Il vetro zaffiro bombato richiama volutamente la curva morbida dei vecchi plexiglas usati nei subacquei vintage, mentre la lunetta unidirezionale sfoggia quel bordo a moneta dal sapore retrò che gli appassionati, come me, non possono che apprezzare.
Arriviamo alla novità più interessante. I nuovi inserti in acciaio sono stati pensati per integrarsi alla perfezione con il resto della collezione. Diversamente da quelli in vetro zaffiro, che donano un effetto bombato e trasparente, queste versioni in acciaio lucido risultano più piatte, conferendo all’orologio un profilo visivamente più sottile e valorizzando la dimensione del quadrante, che appare subito più ampio.
La presenza di una scala più dettagliata accentua l’aspetto tecnico del segnatempo, donandogli un carattere più professionale, quasi da strumento puro per immersioni.
Anche se le casse di questi nuovi modelli sono state riviste e aggiornate, i quadranti restano fedeli al layout funzionale delle versioni precedenti. Il design, in effetti, è volutamente più sobrio rispetto ad altri segnatempo Doxa: indici a barra applicati, lancette dritte e pulite, pochissimo testo sul quadrante.
Una scelta classica e senza fronzoli che, come spesso accade con Doxa, si rivela la base perfetta per una grande varietà di stili. In questa serie, solo il Sea Emerald sfoggia un quadrante spazzolato a raggiera, mentre tutte le altre versioni mantengono una finitura opaca che richiama la tradizione dei diver storici.
I colori? C’è davvero l’imbarazzo della scelta. Personalmente trovo irresistibile il blu intenso del Caribbean, ma è impossibile non citare il bianco deciso del Whitepearl, il giallo brillante del Divingstar o il nero classico dello Sharkhunter. Il turchese dell’Aquamarine ha una freschezza moderna, mentre il Searambler in argento gioca la carta del vintage con grande eleganza. Non manca l’arancione, vero emblema del marchio, e il verde profondo e sfaccettato del Sea Emerald, che con la sua finitura a raggi di sole cattura la luce in modo unico. Insomma, ce n’è per tutti i gusti: dalle tonalità più vivaci e contemporanee a quelle più sobrie e retrò.
Un dettaglio che potrebbe far discutere è il datario bianco a ore 3. Sebbene sia utile nella vita di tutti i giorni, rompe la simmetria del quadrante in tutte le versioni tranne che nel Whitepearl, dove invece si fonde perfettamente con il fondale. Dettagli come questi contano, specialmente per chi cerca un’estetica impeccabile. La leggibilità, ovviamente, resta una priorità: indici a bastone ben visibili e lancette centrali trattate con Super-LumiNova garantiscono visibilità anche nelle condizioni più estreme. Un altro tocco di coerenza stilistica che apprezzo molto è il modo in cui la minuteria cambia tonalità in base al quadrante, abbinandosi alla cornice del datario e alle scritte Doxa e Sub 200. È questo tipo di attenzione ai particolari che rende ogni modello unico.
A completare la collezione, Doxa propone diverse combinazioni di cinturino, pensate per adattarsi allo stile e al gusto di chi li indossa. Ogni versione può essere equipaggiata con il classico bracciale in acciaio, una vera icona del marchio che dona all’orologio un’eleganza senza tempo, oppure con un cinturino in gomma FKM dal design deployante, perfettamente coordinato al colore del quadrante, per un look più moderno e sportivo.
C’è però una piacevole eccezione: il Sea Emerald si distingue anche in questo dettaglio, abbandonando la gomma a favore di un cinturino NATO in tessuto verde bosco, che ne esalta il carattere deciso e fuori dagli schemi.
Ogni nuovo Sub 200 è animato dal fidato movimento automatico Sellita SW200-1, una scelta che Doxa continua a fare con coerenza. Anche se oggi si iniziano a vedere sempre più alternative in circolazione, non si può negare che questo calibro – evoluzione del celebre ETA 2824-2 – abbia rappresentato per anni una colonna portante dell’orologeria moderna. Certo, le sue specifiche non sono più all’avanguardia: la riserva di carica si ferma a 38 ore, un po’ al di sotto degli standard attuali, e batte a 28.800 alternanze orarie. Ma c’è un lato positivo che per me resta fondamentale: la sua struttura semplice e la lunga storia di produzione lo rendono un movimento affidabile e facile da revisionare, anche a distanza di anni. E questo, quando si parla di orologi destinati a durare, fa la differenza.
Ogni nuovo Sub 200 è animato dal collaudatissimo movimento automatico Sellita SW200-1, una vera colonna portante del settore, nato come alternativa al celebre ETA 2824-2. Pur non essendo un calibro di ultima generazione, continua a dimostrarsi una scelta solida e affidabile. La riserva di carica si attesta sulle 38 ore, che oggi possiamo considerare leggermente sotto la media, ma la frequenza di 28.800 alternanze l’ora assicura una buona precisione. Ciò che apprezzo di questo movimento è la sua semplicità costruttiva e la grande diffusione: due elementi che lo rendono facile da revisionare e contribuiscono a mantenere i costi contenuti, senza compromettere la qualità complessiva dell’orologio.
I prezzi del Doxa Sub 200 partono da 1.100 euro per le versioni con cinturino in gomma, mentre si sale leggermente a 1.150 euro se si preferisce il fascino senza tempo del bracciale in acciaio. Il Sea Emerald, con il suo cinturino NATO in tessuto verde bosco, è l’opzione più accessibile, con un prezzo di 970 euro.
Personalmente trovo che pochi orologi riescano a incarnare meglio l’atmosfera vivace e solare dell’estate di un diver ben fatto, e questa nuova serie Sub 200 sembra pensata proprio per questo. La lunetta in acciaio lucido aggiunge un tocco di novità alla collezione più abbordabile di casa Doxa, offrendo un’alternativa più economica senza rinunciare a qualità, semplicità e robustezza. Un mix che potrebbe conquistare anche chi si avvicina per la prima volta al mondo del marchio. Per scoprire tutti i dettagli, basta fare un salto sul sito ufficiale di Doxa.