Cos’è il mechaquartz? La mia guida pratica con vantaggi e limiti (da appassionato che li usa)

Mechaquartz: cos’è, come funziona e perché sceglierlo

Autore: Carmine Di Donato | Fonte: RecensioniOrologi.it | Pubblicato il:

I movimenti mechaquartz uniscono una base al quarzo per l’ora e un modulo cronografico meccanico: offrono pulsanti “cliccanti”, reset istantaneo, buona precisione e spesso spessori contenuti, restando più economici e semplici da mantenere rispetto ai cronografi meccanici puri.

mechaquartz
Fonte foto: DIY Watch Club

La prima volta che ho provato un cronografo mechaquartz mi sono chiesto: “com’è possibile che i pulsanti siano così piacevolmente ‘secchi’ (con un click deciso e preciso) e il reset così fulmineo… e allo stesso tempo l’orologio tenga il tempo con la precisione di un quarzo?”. È proprio qui che sta la magia del mechaquartz: un’architettura ibrida che unisce l’affidabilità del quarzo con la sensazione meccanica che noi malati di cronografi cerchiamo al polso.

Che cos’è, davvero, un movimento mechaquartz

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Fonte foto: DIY Watch Club

In parole semplici: il tempo principale (ore, minuti e di solito i piccoli secondi) è governato da un circuito al quarzo alimentato a batteria; il cronografo, invece, è un modulo meccanico con le sue leve, martelli e ruote, comandato elettricamente. Il risultato è un cronografo che si avvia con pusher “cliccanti”, azzera istantaneamente le sfere sulle classiche camme a cuore e fa “sweep” con una progressione credibile… ma con la precisione e la robustezza tipiche del quarzo.

Una nota importante: quando parlo di mechaquartz non mi riferisco ai tre sfere al quarzo con secondi continui (tipo Seiko VH31) né ai sistemi ibridi con rotore/generatore come Seiko Kinetic, ETA Autoquartz o Citizen Eco-Drive: quelle sono famiglie diverse, sempre al confine tra meccanico ed elettronico, ma senza il modulo cronografico meccanico tipico del mechaquartz.

Come funziona: un cronografo meccanico “spinto” dal quarzo

come funziona il mechaquartz
Fonte foto: DIY Watch Club

A seconda del progetto, si può condividere lo stesso motore passo-passo per ora/minuti/secondi e cronografo, oppure utilizzare motori separati: l’elettronica gestisce l’energia e la marcia, mentre il lavoro “fisico” del cronografo lo fa un vero treno di ruote, con leveraggi e martelli che riportano tutto a zero all’istante. È la ragione per cui, al tatto, i pulsanti ricordano molto un crono meccanico ben regolato.

Guardando ad esempio i moduli Seiko VK, si riconoscono chiaramente leva di accoppiamento, camme e martelli, segno che l’impostazione è davvero meccanica per la parte cronografica.

Un po’ di storia: dagli esperimenti svizzeri e giapponesi agli attuali VK

Il mechaquartz nasce in piena crisi del quarzo, quando in Svizzera e Giappone si cercava un compromesso che conservasse il fascino del cronografo meccanico con costi e precisione più moderni. Tra i nomi chiave: Frédéric Piguet con i calibri 1270/1271 e Jaeger-LeCoultre con i 630/631.

  • Frédéric Piguet 1270 / 1271: movimenti ibridi di fascia alta, con doppio cristallo al quarzo a frequenze diverse, e nel caso del 1271 persino cronografo rattrapante con ruota a colonne. Utilizzati da marchi come Breitling (Cal. 69), Omega, Hublot, Bulgari, Daniel Roth.
  • Jaeger-LeCoultre 630 / 631: cronografi sottilissimi; il 630 aveva uno spessore di circa 3,7 mm, mentre il 631 integrava le fasi lunari ed è stato impiegato anche da IWC.

Oggi il ruolo di “motore standard” lo ricoprono i moduli Seiko Instruments (SII) VKVK63, VK64, VK67 e derivati – che hanno reso i mechaquartz accessibili e affidabili per microbrand e brand affermati.

Perché i Seiko VK sono diventati lo standard di fatto

I VK offrono precisione intorno a ±20 s/mese, autonomia di circa 3 anni, layout versatili (bicompax, tricompax) e manutenzione semplice lato quarzo. Ad esempio, il VK64 propone bicompax con minuti crono a ore 9 e indicatore 24h a ore 3; il VK67 aggiunge le ore crono, con spessore movimento di circa 5,1 mm.

Alla prova polso, i pulsanti sono netti e il reset fulmineo, proprio come su un buon cronografo meccanico.

Vantaggi e limiti che ho riscontrato

  • Feeling meccanico: start/stop realistici e reset “a scatto”.
  • Precisione e robustezza: marcia da quarzo e nessuna ansia per urti o regolazioni.
  • Spessori contenuti: molti crono mechaquartz restano sotto i 13 mm complessivi.
  • Costi di gestione ridotti: cambio batteria e verifica guarnizioni, senza revisioni costose.

Tra i limiti, il riallineamento delle lancette del cronografo, che richiede spesso un intervento meccanico manuale, e la percezione di una parte degli appassionati che preferisce movimenti completamente meccanici.

Alcuni modelli e marchi da conoscere

  • Furlan Marri: successo iniziale con mechaquartz di ispirazione vintage, oggi anche VK64 dal gusto classico.
  • Dan Henry: modelli 1962 e 1964 con VK63, dall’ottimo rapporto qualità-prezzo.
  • Yema Rallygraf: estetica racing anni ’60 e cuore VK64.
  • Breitling Cal. 69 e JLC/IWC 630/631: esempi storici di alto livello tecnico.

Mechaquartz o meccanico economico? Cosa sceglierei e quando

Se cerco precisione, zero grattacapi e usabilità quotidiana, un buon mechaquartz è spesso la mia scelta. Nei viaggi o nelle giornate operative preferisco la comodità: click pulito, reset istantaneo, niente ansia da urti e manutenzione minima. Se invece voglio il rituale puro del meccanico, allora mi concedo un cronografo a carica manuale o automatico, consapevole di costi e compromessi.

Manutenzione: cosa tenere a mente

movimeno mechaquartz
Fonte foto: DIY Watch Club
  • Batteria: in media dura circa 3 anni; meglio sostituirla in laboratorio verificando guarnizioni e impermeabilità.
  • Riallineamento lancette: richiede intervento meccanico, non una semplice ricalibrazione elettronica.
  • Uso regolare: azionare il cronografo di tanto in tanto mantiene la lubrificazione distribuita.

Domande frequenti

Il mechaquartz ha la lancetta crono “a scatti” o fluida?
È fluida a passi fitti (tipicamente 1/5 di secondo), simile a un meccanico.

Perché tanti bicompax hanno un 24 ore invece delle ore crono?
Dipende dal calibro: il VK64 offre minuti crono + 24h; per avere ore crono si usa il VK67.

È una tecnologia economica?
Non necessariamente: i mechaquartz di fascia alta, come i Piguet 1271 o i JLC 630/631, sono stati soluzioni raffinate e costose al momento della loro uscita.

Perché non sono più diffusi?
Per una questione di percezione tra i puristi e, in parte, di preferenze di layout tra bicompax e tricompax.

Cosa penso dei movimenti mechaquartz?

Il mechaquartz è il coltellino svizzero dei cronografi moderni: mantiene il gusto meccanico nella dinamica del crono e si affida al quarzo per tutto il resto. È pratico, coerente e spesso più onesto di certi “finti vintage” che puntano solo sull’aspetto. Se cerchi un cronografo ben fatto da usare senza pensieri ogni giorno, un VK ben incassato può essere il compagno perfetto.

SezioneContenuto chiave
DefinizioneMovimento ibrido: regolazione dell’ora al quarzo + modulo cronografico meccanico. Usato esclusivamente nei cronografi.
Cosa non èNon è un quarzo “sweep” (es. Seiko VH31) né un quarzo con generatore/rotore (Seiko Kinetic, ETA Autoquartz, Citizen Eco-Drive).
FunzionamentoIl cronografo può essere azionato dallo stesso motore passo-passo dell’ora o da uno dedicato; moduli con leve, martelli e ruote come nei meccanici.
Sensazioni d’usoPulsanti “cliccanti” e reset istantaneo a zero, molto simili a un cronografo meccanico.
VantaggiMaggiore precisione rispetto ai meccanici economici; cassa più sottile; costi e tempi di manutenzione ridotti.
Possibili limitiRiallineamento lancette del chronograph più macchinoso (spesso serve rimuovere/risettare le lancette); percezione “meno artigianale”.
Marchi & calibri storiciSeiko (linea VK). Anni ’80: Frédéric Piguet 1270/1271 (usati da Breitling, Omega, Hublot, Bulgari, Daniel Roth); JLC Cal. 630/631 (anche su alcuni IWC).
Note tecnichePiguet 1271 con doppio quarzo (1 kHz e 16 kHz) e rattrapante a ruota a colonne; JLC 630/631 tra i cronografi più sottili (circa 3,7 mm).
Per chi è indicatoAppassionati che vogliono feeling meccanico, precisione del quarzo, dimensioni contenute e manutenzione semplice a costi accessibili.
Esempi di utilizzoDiffuso in microbrand e brand mainstream; cronografi accessibili con moduli Seiko VK (es. VK64).
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