Zenith rilancia il Calibro 135: la rinascita moderna di un mito della cronometria
Autore: Carmine Di Donato | Fonte: RecensioniOrologi.it | Pubblicato il:
Il Calibro 135 di Zenith torna protagonista in una versione riprogettata che unisce rigore storico, precisione moderna e un’eredità cronometrica senza precedenti, tra record negli osservatori e nuove soluzioni tecniche pensate per l’orologeria contemporanea.

La rinascita del Calibro 135 non passa solo dalla tecnica o dalla memoria storica, ma anche da un episodio recente che ne ha riacceso il mito agli occhi dei collezionisti. Nel novembre 2022, durante il Phillips Geneva Watch Auction: XVI, un esemplare unico firmato Zenith, realizzato in collaborazione con Phillips in Association with Bacs & Russo e con la mano esperta di Kari Voutilainen, è stato battuto all’asta per 315.000 franchi svizzeri. Un risultato importante, non solo per il valore simbolico dell’orologio – animato da uno storico movimento da concorso degli anni d’oro 1950-1954, alloggiato in una cassa in niobio e abbinato a un quadrante salmone guilloché – ma anche per la causa che rappresentava: l’intero ricavato è stato devoluto a Susan G. Komen®, a sostegno della lotta contro il tumore al seno. Un passaggio chiave che racconta come Zenith abbia scelto di riportare al centro della scena uno dei suoi calibri più celebrati, trasformando un’eredità tecnica leggendaria in un messaggio contemporaneo di valore, responsabilità e impegno concreto.
| Elemento | Dettaglio |
|---|---|
| Movimento | Calibro 135 a carica manuale riprogettato |
| Precisione | +2 / -2 secondi al giorno |
| Eredità storica | 235 premi di cronometria (1950–1954) |
Quando si parla di Zenith, l’associazione immediata corre quasi sempre verso El Primero e la sua rivoluzione del 1969, ma scavando nella storia della manifattura di Le Locle emerge un patrimonio meccanico altrettanto decisivo. Già alla fine dell’Ottocento, Georges Favre-Jacot aveva concepito un movimento talmente ambizioso da battezzarlo “Zenith”, convinto di aver toccato il punto più alto della precisione orologiera. Quella scelta non fu solo simbolica: nel 1911 il fondatore arrivò persino a rinunciare al proprio cognome per adottare il nome del calibro come identità dell’azienda. È da questa tradizione che nasce il recente progetto G.F.J., presentato per celebrare i 160 anni del marchio e premiato con il Chronometry Prize al Grand Prix d’Horlogerie de Genève. Al suo interno non c’è una semplice citazione storica, ma la rilettura moderna di un’altra icona assoluta della casa: il Calibro 135 a carica manuale, progettato nel 1949 da Ephrem Jobin con un obiettivo chiarissimo, dominare i concorsi di cronometria e affermare Zenith come riferimento assoluto nella misura del tempo.
Quel progetto si rivelò molto più di un esercizio di stile: il Calibro 135 divenne rapidamente un’arma strategica per la manifattura, capace di collezionare 235 premi ufficiali e di imporsi per cinque anni consecutivi, dal 1950 al 1954, al concorso di cronometria dell’Osservatorio di Neuchâtel. La prima versione, identificata come 135-O, dove la “O” richiamava esplicitamente l’ambiente degli osservatori, era pensata esclusivamente per la competizione. Solo in un secondo momento il movimento venne leggermente semplificato per consentirne una produzione più ampia, pur mantenendo intatte le sue qualità fondamentali. In totale ne furono realizzati circa 11.000 esemplari, sufficienti a consolidare una reputazione che ancora oggi resta senza eguali nel panorama della cronometria classica.

Dopo decenni di silenzio, nel 2022 Zenith ha trovato il modo di riaccendere i riflettori su quella “macchina da concorso” con un’operazione che, a mio avviso, ha avuto anche il merito di restituire contesto e valore a un capitolo spesso conosciuto solo dagli appassionati più “hardcore”. Il primo passo è stato una tiratura estremamente esclusiva: dieci orologi destinati ai collezionisti, più un undicesimo esemplare unico battuto da Phillips, tutti accomunati da autentici Calibre 135-O d’epoca. Quei movimenti non sono stati semplicemente recuperati: il Dipartimento Heritage della Maison li ha affidati a Kari Voutilainen, che li ha restaurati e decorati a mano al massimo livello, portandoli a una finitura d’élite. Proprio l’unico venduto all’asta si è distinto per dettagli irripetibili, come la cassa in niobio, il quadrante salmone guilloché e una tonalità del movimento coordinata al colore del dial. Da lì, l’operazione si è trasformata in qualcosa di più ambizioso: non più recupero filologico, ma riprogettazione vera e propria del “135” in chiave contemporanea.

La fase successiva del progetto segna infatti il passaggio dalla celebrazione alla sostanza tecnica. Il Calibro 135 di nuova generazione nasce con un approccio dichiaratamente rispettoso dell’originale, al punto da conservarne dimensioni e proporzioni: 13 linee di diametro e appena 5 millimetri di spessore. Invariata resta anche la frequenza di 18.000 alternanze/ora, una scelta che oggi può sembrare controcorrente ma che all’epoca era funzionale a una lubrificazione più stabile e a un consumo energetico più contenuto. È una cadenza che si sposa con il grande bilanciere sovradimensionato, il cui diametro sfiora la metà di quello del movimento, pensato per essere regolato con estrema precisione.
Le differenze emergono quando si osserva il calibro con l’occhio dell’orologeria contemporanea. Pur mantenendo l’impostazione storica, Zenith è intervenuta in modo mirato per innalzare prestazioni e affidabilità: i rubini passano da 17 a 22, la molla di carica viene potenziata e l’autonomia cresce fino a 72 ore. A questo si aggiungono il dispositivo antishock e lo stop dei secondi. Il risultato è un livello di precisione dichiarato di +2/-2 secondi al giorno, valori che richiamano direttamente lo spirito competitivo del passato.

In questo senso, il nuovo Calibro 135 resta fedele alla propria vocazione originaria: essere un movimento “da concorso”. Non nasce per inseguire mode, ma per mettere al centro equilibrio meccanico e regolazione fine. Questa rinascita rappresenta una dichiarazione di identità: ricordare da dove si viene per ribadire cosa significa davvero misurare il tempo ai massimi livelli. A completare il quadro c’è anche una cura quasi maniacale per la presentazione. Nel caso dell’esemplare unico legato al Calibro 135-O, Zenith ha riprodotto una confezione ispirata ai contenitori originali utilizzati negli anni Cinquanta per il trasporto dei movimenti da concorso verso l’Osservatorio di Neuchâtel, rafforzando il legame con la storia della cronometria.
Vale anche la pena ricordare che il 135-O, a differenza delle versioni commerciali, era nato esclusivamente per la competizione e non era destinato a essere incassato. Un dettaglio che aiuta a comprendere quanto fosse radicale l’approccio di Zenith e quanto lo sia ancora oggi nel rievocarlo con precisione storica. Guardando l’operazione nel suo insieme, il ritorno del Calibro 135 racconta molto più di una semplice rinascita tecnica. È un progetto coerente, che unisce memoria storica e precisione contemporanea, rendendo questo movimento un riferimento ancora attuale nell’orologeria di ricerca.
| Calibro | Zenith 135 (manuale) |
| Diametro | 13 linee |
| Spessore | 5 mm |
| Frequenza | 18.000 a/h |
| Autonomia | 72 ore |
| Precisione | +2 / -2 sec/giorno |
FAQ – Domande sul Calibro Zenith 135
Perché il Calibro 135 è considerato leggendario?
Perché ha vinto 235 premi di cronometria e dominato per cinque anni consecutivi i concorsi dell’Osservatorio di Neuchâtel.
Il nuovo Calibro 135 è identico all’originale?
Dimensioni e architettura sono fedeli all’originale, ma il movimento è stato aggiornato con soluzioni moderne per precisione e affidabilità.
Che autonomia ha il Calibro 135 moderno?
Grazie a una molla potenziata, l’autonomia arriva a circa 72 ore.
Cos’è il 135-O?
È la versione da osservatorio del calibro, pensata esclusivamente per i concorsi di cronometria e non per l’uso al polso.