Orologi Futuristici 15.48

15.48 e’ UNA NUOVA REALTÀ TUTTA ITALIANA CHE METTE IN CAMPO CREATIVITÀ E ARTIGIANALITÀ PER LA REALIZZAZIONE DI UN OROLOGIO DECISAMENTE FUORI DAGLI SCHEMI, ALL’INTERNO DI UN INEDITO PROGETTO “BE-SPOKE”

I sono sogni destinati a rimanere per sempre in un cassetto. A volte, però, la determinazione, un pizzico di fortuna e una stampante 3D possono fare la differenza tra sogno e realtà. È il caso di 15.48, un progetto tutto italiano, nato dall’intuizione di un imprenditore visionario che, dopo una vita da appassionato, ha deciso di entrare attivamente nel mondo dell’orologeria, creando il suo brand. Massimo Bovera è un immobiliarista di Pavia che ha sempre avuto il pallino degli orologi: “Sin da bambino, erano oggetti che mi affascinavano enormemente ed è ancora così.

Anche la scatola del 15.48 è ispirata al mondo delle auto.

Tutto il tempo che non dedico al mio primo lavoro, lo passo studiando gli orologi più importanti del passato e quelli più all’avanguardia nel presente. I driver degli anni ’70 e le invenzioni di alcuni geni, come Maximilian Büsser, sono state le mie principali fonti di ispirazione”. Nel 2014 Bovera decide di fare il grande salto e mette in piedi il team che in tempi record realizzerà il progetto 15.48, insieme all’amico Marcello Pasotti e alle rispettive mogli, Scilla Nascimbene (ideatrice insieme al marito) e Manuela Cucchi, che si occupano della parte stilistica, amministrativa e della comunicazione. I quattro amici cominciano a mettere insieme le idee finché il concetto iniziale assume una forma sempre più nitida e i particolari vengono definiti.

IL RISULTATO È UN OROLOGIO FUTURISTICO CON UN MIX TRA ISPIRAZIONI VINTAGE E MATERIALI HIGH TECH, UNITI SOTTO IL SEGNO DELLA MIGLIORE ARTIGIANALITÀ ITALIANA NEL CAMPO DELL’OROLOGERIA E DEI MATERIALI.

Il carbonio forgiato rende ogni esemplare 15.48 diverso dall’altro.

Il 15.48 è un solotempo con visualizzazione verticale delle ore, esterna alla cassa. Marcello Pasotti è il Chief Design Officer, cioè l’uomo che riesce a disegnare e digitalizzare le idee che Massimo Bovera sforna a ciclo continuo. “L’intuizione è stata quella di spostare la visualizzazione dell’ora all’esterno della cassa. Ci è venuta durante una pausa caffè, nella fase di sviluppo del prototipo”, spiega. Così, in modo quasi casuale, è nata la caratteristica che più di ogni altra rende unico il 15.48. Il prisma, infatti, ricorda un ologramma e al buio l’effetto è accentuato dal meccanismo a ore saltanti con indici in SuperLuminova.

All’interno della confezione: cinturino e cover di ricambio.

Lo scatto delle ore è talmente rapido che sembra quello di un display digitale. Ma perché un numero al posto del nome? Come Bovera, anche Pasotti fa un lavoro che non c’entra niente con l’orologeria, ma ha un talento naturale per l’informatica e la meccanica. “La progettazione della cassa ha richiesto 4 mesi e per lavorare meglio abbiamo deciso di acquistare una stampante 3D. Il primo esemplare è uscito dalla stampante alle 15.48 del 29 gennaio 2015. Quel numero ci è piaciuto tanto che, oltre a diventare il nome del nostro orologio, sul disco delle ore il 15 compare anche al posto delle 3 e sul disco dei minuti c’è il 48 al posto del 50”. Il meccanismo a ore saltanti è il punto fermo attorno a cui è sviluppato tutto il progetto, ma la realizzazione di un movimento di manifattura sarebbe stata un’impresa impossibile per un brand italiano appena nato e indipendente. Per risolvere il problema, Bovera e soci hanno optato per un Miyota 91-30 a carica manuale, da 28.800 alternanze/ora, su cui è montato il modulo artigianale delle ore saltanti. Il compito di realizzare i moduli e di inserirli sui movimenti è affidato al maestro orologiaio Giuseppe Lama di Somma Vesuviana. Il suo lavoro è stato fondamentale per la nascita del 15.48. I moduli vengono creati partendo da zero e, una volta montati sul movimento, vengono inviati a Pavia dove avviene l’assemblaggio finale. Un processo che richiede molte ore di lavoro e che rende ogni movimento un pezzo unico.

OLTRE AI CONTENUTI TECNICI (NOTEVOLI PER UNA PICCOLA REALTÀ ITALIANA), L’ASPETTO ESTETICO È STATO CURATO NEI MINIMI PARTICOLARI.

Il diamante incastonato nella cassa e il trattamento SuperLuminova rendono agevole la lettura dell’ora anche in penombra.

La cassa e la fibbia del cinturino sono realizzati in carbonio da una ditta di Vercelli che ha conciliato le esigenze di resistenza con gli spessori minimi richiesti dal progetto. Un’altra sfida vinta grazie al talento degli artigiani, che hanno superato le difficoltà di una lavorazione delicatissima se applicata alle dimensioni di un orologio. Le caratteristiche di resistenza del carbonio sono superiori a quelle dell’acciaio, ma le svasature e la sagoma interna della cassa possono portare a ridurre eccessivamente gli spessori e il materiale si può sfaldare. Nulla è lasciato al caso e anche la fibbia racchiude una serie di elementi unici, a partire dal suo stesso profilo che ricorda una berlina anni ’50, fino all’ardiglione, anch’esso in carbonio.

La cassa rettangolare è dominata dal prisma in vetro zaffiro e da un diamante incastonato alla sua base, che fa da riferimento per la lettura dell’ora. I diamanti utilizzati provengono da Paesi non coinvolti, direttamente o indirettamente, in guerre e possiedono un certificato di conformità alla risoluzione delle Nazioni Unite che condanna il commercio dei cosiddetti “conflict diamonds”. Dietro al prisma, sulla cassa si aprono due finestrelle per i secondi continui e la riserva di carica. Il riferimento al mondo dell’automobilismo è presente in ogni dettaglio. Sul lato destro, la corona è sostituita da una manovella in titanio, ispirata direttamente al sistema di avviamento delle automobili dei primi del ’900, ma a forma di biella.

L’ESTETICA DEL 15.48, GIÀ DI PER SÉ FUORI DAL COMUNE, PUÒ ESSERE PERSONALIZZATA SECONDO QUALSIASI RICHIESTA.

Un 15.48 con diamante reso verde dal SuperLuminova sottostante e la leva per la carica e le regolazioni estratta.

“I nostri clienti non volevano un orologio alla moda, ma alla loro moda”, spiega Pasotti. Così, dato che cambiare il cinturino è un po’ come cambiare l’abito all’orologio, ogni esemplare viene fornito con un cinturino a sgancio rapido e una cover di ricambio per la cassa. “Stiamo per lanciare una versione in alluminio aeronautico e carbonio, ma nel frattempo è possibile ordinare cover e cinturini di qualsiasi materiale”, dice Bovera. La cover in carbonio, per esempio, può essere verniciata dello stesso colore dell’auto oppure ricoperta di tessuto o di pelle. Uno dei primi clienti ha richiesto un kit composto da cinturino e cover in alligatore rosso che è già stato consegnato. In futuro saranno disponibili anche cover ricoperte con lamine d’oro. Nessun particolare è lasciato al caso e la ricerca dell’unicità parte già dalla scatola in legno a forma di automobile vintage.

Una sorta di pezzo di arredamento che si può acquistare anche separatamente e contiene a sua volta un altro particolare: il tubo di scappamento della scatola/auto è in realtà il cacciavite che serve a cambiare la cover dell’orologio. In poco più di due anni, Massimo Bovera e i suoi soci sono riusciti a creare da zero e a lanciare sul mercato il loro primo modello, ma quando sarà pronto il prossimo? “A dire la verità io ho già in mente i prossimi cinque, ma realisticamente entro il 2018 contiamo di lanciare il secondo e sarà qualcosa di completamente diverso, forse anche nel nome”. Il 15.48 è prodotto in una serie limitata di 100 pezzi ed è in vendita a 9.900 euro più cover e cinturino di ricambio a partire da 300 euro, anche online: www.15.48watches.com.

Una risposta
  1. A quanto sarebbe possibile riacquistarlo oggi, posto di riuscire a trovare qualcuno disposto a venderlo?

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