Oggi vi parlerò dei Rubini negli orologi, per capire in modo molto semplice a cosa servono e soprattutto perché vengono utilizzati nei meccanismi; è una domanda che spesso mi viene posta e quindi ho deciso di dedicare lo spazio di oggi a questo argomento, cercando di essere il meno tecnico possibile, al fine di arrivare a tutti. Parto subito dicendo una cosa che per molti di voi sarà scontata ma che in realtà non lo è: quelli che vedete nei vostri calibri non sono rubini ornamentali.
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Rubino orologio: introduzione
Sicuramente avrete sentito parlare dei Rubini all’interno dei meccanismi degli orologi, quelli più ricercati, quelli meccanici, quelli con gli ingranaggi non quelli a batteria per capirci.
Questi rubini hanno una funzione veramente interessante e utilissima; basta pensare che all’interno di un meccanismo di un orologio vi sono diverse molle, ci sono diversi ingranaggi e tutti i meccanismi che poggiano su dei perni, al fine di poter girare e quindi per poter funzionare, scaricare e regolare quella che è la tensione della molla; quest’ultima per chi non lo sapesse, trasferisce energia e quindi permette di dare la carica meccanica in tutto il meccanismo, in modo che possa gestire e ripartire tutta l’energia meccanica all’interno di questo sistema e quindi per poter scandire il tempo.
Quindi, a cosa servono i Rubini all’interno di questi ingranaggi?
Il numero di rubini presenti in un meccanismo cambia da calibro a calibro e spesso sull’orologio viene descritto il numero sul quadrante o dietro al fondello; questa quantità di Rubini identifica anche il pregio del singolo orologio; ma non è soltanto una questione economica del rubino in se, perché di fatto lo vedremo dopo, il rubino che viene utilizzato non è un rubino di valore e dopo arriveremo anche a capire quello.
Ma come ci si è arrivati al rubino?
Accadde che quando in antichità si incominciarono a studiare e realizzare i meccanismi meccanici, ci si trovò di fronte a un problema, perché quelli che erano appunto gli ingranaggi, dovevano poggiare e quindi girare all’interno di una sede in metallo su cui veniva messa una gocciolina di olio.
L’attrito del metallo causava un rilascio di polvere metallica. in un tempo neanche così lungo, andando a mescolarsi con l’olio utilizzato e di conseguenza causava delle interruzioni nella precisione, proprio perché queste alterazioni meccaniche andavano a modificare quello che era l’assetto di tutti quanti gli ingranaggi del sistema.
Quindi come si arrivò ad utilizzare le gemme negli orologi?
Si pensò di ridurre questo attrito andando ad utilizzare un materiale che avesse una durezza superiore al metallo utilizzato per gli ingranaggi e che quindi non risentisse dell’usura dovuta dall’attrito del movimento nel tempo.
Quindi, appunto, si presero in considerazione l’utilizzo del Rubino e la funzione di quest’ultimo fù proprio quella di fungere da cuscinetto, in modo che l’ingranaggio girando all’interno di questi due cuscinetti, pur generando attrito, non rilasciavano materiale e di conseguenza si potette ottenere una precisione massima e assoluta proprio per l’alta durezza del Rubino; ricordo che quest’ultimo è un corindone, ovvero una varietà della specie mineralogica corindone: il corindone rosso è il rubino, mentre quello blu è per intenderci è lo zaffiro; ad esempio non cambierebbe nulla utilizzando lo zaffiro, ma si è preferito l’utilizzo del rubino anche con lo sviluppo tecnologico, in quanto è possibile riprodurlo in laboratorio, come materiale sintetico.
Quindi la scelta più sensata, sia per ridurre i costi, ma anche per avere un prodotto sempre disponibile e costante nel tempo come produzione, è stata quella di utilizzare il rubino sintetico.
Di fatto si tratta di corindone varietà rubino, riprodotto in laboratorio, quindi sintetico, dal valore in realtà bassissimo dal punto di vista della gemma, però dall’enorme valore di utilizzo e di utilità meccanica all’interno del meccanismo degli orologi meccanici; è questa è la funzione che hanno i nostri rubini all’interno degli orologi con i meccanismi meccanici.
Spero di avervi tolto questa piccola curiosità. A presto, Carmine.
Grazie Carmine una ottima spiegazione sintetica ed esauriente sui rubini, corindoni e della loro importanza sugli orologi a movimento meccanico.
Ciao Pietro, grazie mille.
Preciso sintetico puntuale, grazie ottima spiegazione.
Grazie a te Riccardo. :)
Grazie per l’ottima spiegazione ma comunque non comprendo perchè non venga sintetizzato un semplice corindone (Al2O3) al posto del rubino (Al2O3 con tracce di Cr). Entrambi hanno la stessa durezza (9 nella Scala di Mohs) e non credo sia più difficile sintetizzare un corindone puro (con solo Al) rispetto a un corindone varietà rubino (con Al e tracce di Cr).
Ottima ed esaustiva spiegazione, anche la semplicità con cui è resa . Grazie
Grazie a te claudio :)