Collezionare orologi è un Hobby o una passione? A seconda del budget a disposizione, ogni appassionato realizza la propria collezione a proprio gusto. Ho quindi selezionato per voi i 10 orologi che ogni collezionista di orologi, con budget a disposizione, sogna di possedere. Questa classifica racchiude gli orologi da collezione più belli e funzionali. Dovendo scegliere solo 10 modelli la selezione non è stata facile, anche per non risultare troppo banali, ma sono sicuro che le mie scelte saranno condivise anche da voi. ;)
Indice dei contenuti
Classica dei migliori orologi da collezione
Due cose al mondo sono esteticamente perfette: il gatto e l’orologio.
(Emile Auguste Cartier)
Tra tutte le frasi sul tempo ho scelto le parole di Cartier al fine di dare valore a dei segnatempo unici
I collezionisti di orologi da polso sono amanti degli orologi, qualche volta investitori. Spesso non nasce collezionista ma si scopre tale dopo aver amato il prodotto e averne comprato più di uno, arrivando a dare vita appunto a una collezione. Poi inizia a selezionare. Un collezionista vero non conosce la marca, conosce l’oggetto. L’investitore invece è colui che inizia anche a guardare con un occhio più attento agli sviluppi economici (qui per leggere il mio approfondimento).
Uno è più guidato da una forte passione, l’altro è invece più meditativo, consapevole del costo dell’oggetto ma anche di come questo possa rivelarsi una buona spesa. Il collezionista qualche volta indossa. Più spesso però non usa. Non perché non voglia indossare i propri orologi, ma perché ha un tale rispetto per la loro perfezione che arriva a soffrire per un piccolo segno, o per un cinturino che si piega. Io sono appassionato di orologi ma i miei li ho usati tutti. Alcuni li ho tenuti, altri li ho venduti. Mi definisco un compratore di orologi piuttosto che un collezionista. L’orologio poi per la maggioranza delle persone è un oggetto che contraddistingue dei momenti della vita. Per questo difficilmente mi distacco dei miei orologi, perché hanno sottolineato dei momenti, delle scelte.
Collezione Orologi
La definizione di “orologio da collezione” è, senza dubbio, altamente soggettiva, e trovare un consenso su cosa renda un orologio degno di tale titolo è quasi impossibile. Tuttavia, credo che molti di noi possano concordare su alcuni aspetti fondamentali. Un orologio da collezione dovrebbe avere un fascino intramontabile, un design influente e una presenza significativa sul mercato. Idealmente, dovrebbe restare fedele alla sua concezione originale nel corso degli anni ed essere immediatamente riconoscibile anche da chi non è un esperto.
Spesso, un orologio diventa oggetto del desiderio dei collezionisti quando è associato a una celebrità o a una figura storica di rilievo, mentre altri raggiungono lo status di icona per aver introdotto innovazioni o complicazioni che sono poi diventate comuni. Ho tenuto in considerazione tutti questi fattori nel difficile – e devo ammettere, un po’ intimorente – compito di stilare una lista dei 10 orologi che ogni collezionista dovrebbe desiderare. Naturalmente, una lista come questa è destinata a essere aggiornata nel tempo e sicuramente susciterà opinioni diverse, che vi invito a condividere nella sezione commenti.
Audemars Piguet Royal Oak
Audemars Piguet iniziò la sua attività orologiera nel 1875, ma l’orologio che ha segnato la sua storia in modo più significativo è arrivato quasi un secolo dopo. Il Royal Oak, disegnato dal geniale Gérald Genta, fece il suo debutto nel 1972. La referenza 5402, affettuosamente soprannominata “Jumbo” per le sue generose dimensioni di 39 mm (considerate grandi per l’epoca), è celebre per la sua caratteristica lunetta ottagonale con viti esagonali visibili su ciascuno degli otto angoli, ispirata al design di un casco da palombaro. Il quadrante è impreziosito dal motivo guilloché a scacchiera noto come “grand tapisserie”, mentre la cassa si fonde perfettamente con un bracciale affusolato e finemente progettato, con una meticolosa alternanza di finiture lucide e satinate.
Genta voleva infondere nell’orologio un’estetica nautica, da cui derivano i richiami al casco da immersione e il nome stesso: Royal Oak, un riferimento alle navi da guerra britanniche che prendono il nome dalla quercia che offrì rifugio a re Carlo II durante la guerra civile inglese. Al suo interno, l’orologio ospitava quello che all’epoca era il movimento meccanico con datario più sottile al mondo, il Calibro 2121, con uno spessore di soli 3,05 mm. Sorprendentemente, il modello originale era realizzato in acciaio inossidabile, un materiale inusuale per un orologio di lusso di alta gamma all’epoca, ma proprio quel modello ha dato origine a un’intera collezione Royal Oak, oggi declinata in molteplici complicazioni e materiali.
La storia del Breitling Navitimer affonda le radici nel 1940, quando Breitling lanciò il Chronomat, il primo orologio con una scala logaritmica sul quadrante, pensata per eseguire calcoli e conversioni essenziali. La scala, basata sul regolo calcolatore E6B, permetteva di convertire facilmente miglia standard, chilometri e miglia nautiche, unità cruciali per l’aviazione. Combinata con la funzione cronografo dell’orologio, consentiva di calcolare parametri come il consumo di carburante, la distanza percorsa e i tassi di salita e discesa. Nel 1952 Breitling introdusse il Navitimer, evoluzione del Chronomat, il cui nome è una fusione tra “Navigation” e “Timer”.
A differenza del suo predecessore, il Navitimer offriva una maggiore praticità per i piloti grazie alla scala del regolo calcolatore integrata in una lunetta girevole bidirezionale con bordo zigrinato, facilmente manovrabile anche con i guanti. La Ref. 806 definì l’iconica configurazione a tre registri: ore trascorse, minuti trascorsi e secondi continui, posizionati rispettivamente a ore 3, 6 e 9. Sui primi modelli, a ore 12, compariva il logo stilizzato della Aircraft Owners and Pilots Association (AOPA), un’associazione di piloti fondata nel 1932, per cui furono inizialmente progettati i Navitimer. Nel 2010, Breitling ha introdotto nei Navitimer il movimento di manifattura B01, dotato di cronografo con ruota a colonne e una generosa riserva di carica di 70 ore.
Bulgari Octo Finissimo Automatic
Per raccontarvi al meglio questo straordinario orologio, ho scelto di focalizzarmi sulla versione 2024 dell’Octo Finissimo Automatic. Questo modello richiama gli eleganti orologi Art Déco che Bulgari ha iniziato a disegnare alla fine degli anni ’30, ed è completamente realizzato in oro giallo a 18 carati. Da notare che l’oro utilizzato da Bulgari proviene esclusivamente da processi di riciclo industriale, un approccio che riduce l’impatto ambientale e sociale derivante dalle attività minerarie.
Il quadrante, con una finitura soleil di un intenso blu, crea un meraviglioso contrasto con l’oro, mentre le lancette e gli indici dorati assicurano un’eccellente leggibilità. Con un diametro di 40 mm e uno spessore di appena 6,4 mm, questo nuovo Octo Finissimo, impermeabile fino a 100 metri, è perfetto sia per uomini che per donne, confermandone la grande versatilità. Attraverso il fondello trasparente si può ammirare il calibro BVL 138, un movimento meccanico a carica automatica di soli 2,23 mm di spessore, decorato con finiture còtes de Genève e anglage lavorate a mano.
Cartier Santos
Sin dalla sua fondazione a Parigi da Louis-François Cartier, la maison ha acquisito una fama mondiale come “Re dei gioiellieri e gioielliere dei re”. Cartier è anche artefice di alcuni tra i segnatempo più iconici e influenti della storia dell’orologeria, e continua a consolidare questa eredità fino ai giorni nostri. Una delle sue creazioni più celebri nacque dalla richiesta dell’aviatore pioniere e uomo di mondo Alberto Santos-Dumont, che chiese al suo amico Louis Cartier, nipote del fondatore, un orologio facile da leggere durante i suoi voli in mongolfiera sopra Parigi. Cartier rispose nel 1904 con il primo orologio da polso, che avrebbe ispirato l’attuale collezione Santos.
Questo modello risolveva il problema principale di Santos-Dumont con i tradizionali orologi da tasca: era difficile controllare l’ora mentre manteneva entrambe le mani sui comandi. Fu il primo orologio da polso creato appositamente per un uomo e il primo progettato per l’aviazione. La fama di Santos-Dumont come icona di stile spinse Cartier a produrre altri esemplari con cassa quadrata per la vendita al pubblico. I modelli attuali mantengono le caratteristiche distintive dell’originale, come la lunetta quadrata con viti a vista, le raffinate lancette a spada e la minuteria con numeri romani disposti a raggiera, che, secondo la leggenda, si ispira a una mappa stradale di Parigi.
Jaeger-LeCoultre Reverso
La necessità può portare alla nascita di invenzioni straordinarie, e a volte anche di icone, come nel caso del Jaeger-LeCoultre Reverso. Questo orologio, con la sua cassa reversibile, è stato ideato per rispondere alle esigenze dei giocatori di polo, che durante le partite rischiavano di graffiare i quadranti. Fuori dal campo, il Reverso ha conquistato una schiera di appassionati quando gli orologiai hanno riconosciuto il potenziale del fondello liscio come una tela perfetta per la personalizzazione: dalle iniziali incise fino agli smalti di dipinti e stemmi di famiglia.
Modelli come il Duetto e il Duoface hanno reso ancora più speciale questo orologio, offrendo un secondo quadrante sul retro. Il Duetto, ad esempio, presenta quadranti con tonalità chiare e scure, rendendolo ideale per essere indossato sia di giorno che di notte. Il Duoface, invece, è pensato per i viaggiatori, con il secondo quadrante impostabile su un diverso fuso orario. Questa perfetta combinazione di estetica e funzionalità ha reso il Reverso un orologio amato anche dai collezionisti meno esperti.
Omega Speedmaster Professional
Pochi marchi svizzeri di orologi di lusso hanno lasciato un’impronta così significativa nella cultura pop come Omega, fondata nel 1848. Tra i suoi modelli più celebri, lo Speedmaster Professional, noto come “Moonwatch”, è l’orologio che nel 1969 accompagnò l’uomo nella sua storica camminata sulla luna, diventando un punto fermo nelle missioni spaziali della NASA. L’Omega Speedmaster non è soltanto il primo orologio ad aver raggiunto il pianeta lunare, ma spesso rappresenta anche il primo “orologio serio” nella collezione di un appassionato alle prime armi.
Sono da sempre appassionato di questa collezione, sopratutto mi piace come la versione “classica” rimanga sostanzialmente invariata rispetto a quella che Buzz Aldrin indossò durante la missione Apollo 11 oltre 50 anni fa. Con la sua cassa in acciaio da 42 mm, il vetro esalite (o in zaffiro) che protegge il quadrante tricompax, le lancette e gli indici luminescenti, e la lunetta con scala tachimetrica che richiama le origini automobilistiche dello “Speedy”, l’orologio conserva tutto il suo fascino originale. È equipaggiato con una versione moderna del movimento a carica manuale che animava l’originale: il calibro Omega 3861, che batte a una frequenza di 3 Hz e offre una riserva di carica di 50 ore. Con questa referenza, Omega incarna perfettamente l’adagio “Se non è rotto, non aggiustarlo”.
Segnalo inoltre tra i collezionisti del brand, che da quando dal 1995 Omega è diventato l’orologio di James Bond, sono molto ricercati i modelli Seamaster che hanno adornato il polso di Pierce Brosnan e Daniel Craig nelle loro avventure cinematografiche.
Patek Philippe Aquanaut
Patek Philippe ha segnato un’epoca nell’universo degli orologi sportivi di lusso con il lancio del Nautilus nel 1976. Disegnato dal celebre Gérald Genta, lo stesso genio che aveva creato il Royal Oak pochi anni prima, il Nautilus si distingue per la sua lunetta ottagonale smussata, il bracciale integrato e il caratteristico quadrante con scanalature orizzontali. Questo segnatempo è diventato uno dei più desiderati al mondo, soprattutto dopo la recente decisione di Patek di interrompere la produzione della celebre referenza 5711. Il primo Nautilus aveva un diametro di 42 mm, decisamente grande per gli standard dell’epoca, e presentava una cassa in acciaio dalla forma inusuale, particolarmente impermeabile (fino a 120 metri), con due sporgenze laterali a forma di “orecchio”.
All’epoca, anche il prezzo era sorprendente: oltre 2.000 euro di oggi per un orologio in acciaio. Per Patek Philippe, nota fino a quel momento per i suoi raffinati orologi da cerimonia in metalli preziosi, l’introduzione di un modello sportivo in acciaio, con un prezzo così elevato, rappresentava una sfida audace. Il Nautilus, soprannominato “Jumbo” dai collezionisti (proprio come il Royal Oak), ha dato vita a numerose varianti nel corso degli anni, tra cui cronografi, calendari annuali e persino un calendario perpetuo.
Ho scelto come modello l’Aquanaut Ref. 5168G. Cassa in oro bianco a 18 carati e dimensioni extra-large per la versione attuale di una delle grandi icone Patek Philippe. Il diametro si attesta sui 42 millimetri, la misura più grande mai realizzata per un Aquanaut. Nuovo è il colore blu notte del cinturino, in materiale composito con decoro damier abbinato al quadrante, e quello del quadrante stesso. Quest’ultimo riprende l’effetto dégradé, più chiaro al centro e più scuro in periferia, introdotto nel 2016 sull’Aquanaut Travel Time Ref. 5164 in oro rosa.
Tra le innovazioni figurano anche gli indici in oro bianco a 18 carati applicati e luminescenti. In comune con gli altri esemplari della collezione, conserva la lunetta ottagonale dagli angoli smussati, con finiture satinate verticali sulla parte superiore e lucide sui fianchi. Cuore dell’orologio è il calibro 324 S C, a carica automatica, visibile attraverso il fondello in vetro zaffiro: è dotato di rotore in oro a 21 carati e spirale Spiromax in Silinvar.
Rolex Daytona
Avrei potuto menzionare il Submariner o le varie versioni del GMT Master II, ma c’è un solo orologio che rappresenta al meglio la casa coronata: il Daytona. Nel 1962, Rolex divenne il cronometrista ufficiale della Daytona 500, e solo un anno dopo lanciò la referenza 6239 Cosmograph, meglio conosciuta come “Daytona”. Questo celebre cronografo, ispirato al mondo delle corse, si distingue per il suo quadrante a tre registri e la lunetta tachimetrica incisa. Da allora è stato prodotto in numerose versioni, mantenendo sempre un legame stretto con le alte prestazioni degli sport motoristici e restando uno dei modelli più desiderati al mondo.
Nel 2023, per celebrare il suo 60° anniversario, Rolex ha introdotto una serie di raffinati miglioramenti: la cassa e il quadrante sono stati aggiornati con dettagli sottili ma importanti, e l’orologio è ora alimentato dal nuovo movimento automatico Calibro 4131. La cassa è caratterizzata da riflessi più luminosi, i contatori sono ancora meglio bilanciati, e la lunetta tachimetrica, realizzata con la lega brevettata Cerachrom, è arricchita da un anello metallico che si abbina perfettamente al materiale della cassa.
TAG Heuer Monaco
Il TAG Heuer Monaco ha fatto il suo esordio nel 1969, cinque anni dopo il Carrera, ma ha raggiunto lo status di icona pop due anni più tardi, quando il leggendario Steve McQueen lo indossò nel suo ruolo di pilota nel film *Le Mans* del 1971. Disegnato anch’esso da Jack Heuer e chiamato in onore del Gran Premio di Monaco, il Monaco è stato il primo orologio da polso con cassa quadrata impermeabile e uno dei primi cronografi dotati di movimento meccanico a carica automatica, il Calibro 11.
Questo movimento fu sviluppato in collaborazione tra Heuer (prima che TAG diventasse parte del nome negli anni ’80), Breitling, Büren e il produttore di movimenti Dubois Dépraz. I pulsanti del cronografo erano posizionati a destra della cassa, mentre la corona era situata in modo insolito a sinistra. Sebbene il movimento sia cambiato nel corso degli anni – gli attuali modelli utilizzano il Calibro Heuer 02 di manifattura, con una generosa riserva di carica di 80 ore, e un’architettura che posiziona sia i pulsanti che la corona a destra – l’iconica cassa quadrata di 39 mm è rimasta per lo più invariata, così come il caratteristico quadrante con due contatori cronografici squadrati, che rendono il Monaco immediatamente riconoscibile anche a distanza.
Zenith Chronomaster Original
Zenith ha lasciato un segno indelebile nella storia dell’orologeria con l’introduzione del calibro cronografico El Primero nel 1969 (tra gli appassionati è molto ricercato il Daytona Zenith con il calibro 4030 introdotto nel 1989). Uno dei primi orologi a ospitare questo rivoluzionario movimento automatico ad alta frequenza è stato recentemente reintrodotto come Chronomaster Original, una versione moderna che omaggia il passato. La cassa in acciaio da 38 mm riprende fedelmente le dimensioni della referenza d’epoca, la celebre Ref. A386, molto apprezzata dai collezionisti. All’interno batte l’iconico El Primero, visibile attraverso il fondello in zaffiro, un movimento capace di cronometrare il tempo con una straordinaria precisione di 1/10 di secondo.
Orologi da avere in collezione: cosa sapere
Selezionare solo 10 orologi è stata una vera sfida con me stesso. Ho cercato di concentrarmi su modelli davvero iconici. Naturalmente, ci sono assenze di rilievo come l’IWC Portugieser, il Grand Seiko Snowflake, il Cartier Tank, il Tudor Black Bay, il Panerai Luminor e il Breguet Type XX, solo per citarne alcuni. Questi orologi, senza dubbio, meriterebbero di essere inclusi, ma ho seguito criteri molto specifici legati alla richiesta, alla rilevanza storica e al potenziale valore di investimento futuro.
Il valore di un orologio, oltre che dalla complessità meccanica e dalla nobiltà dei materiali costituenti, è fortemente dipendente dalla sua rarità. Contingentare l’offerta significa così automaticamente scatenare gli appetiti della domanda, formula non a caso alla base del recente proliferare sul mercato delle serie limitate. Ma l’aspirazione «definitiva» di ogni appassionato è quella di possedere un pezzo unico
Se pensate che dovrebbe esserci in questa classifica un altro modello o se volete comunicarci la vostra classifica, scrivetelo nei commenti in basso. Tutte le proposte più interessanti saranno prese in considerazione. ;)