Gérald Genta: Storia e gli orologi di maggior successo

Svizzero, come il cuore degli orologi da lui disegnati; origini italiane, come i più importanti stilisti del mondo. Il più grande e famoso designer di orologi sportivi del mondo Gérald Genta ha rivoluzionato definitivamente il mondo dell’orologeria negli anni ’70 regalandoci segnatempo senza tempo.

Charles Gérald Genta (1931 – 2011) è stato un leggendario disegnatore d’orologi: suoi, fra i tanti, il Royal Oak di Audemars Piguet, il Nautilus di Patek Philippe e l’Ingenieur di Iwc. Diventato marca a sé ha dovuto, ad un certo punto, abbandonare il minimalismo che lo aveva contraddistinto.

Del resto, era l’epoca in cui certi orologi artigianali finivano in mercati che cercavano opulenza a prima vista e i piccoli produttori come lui, volenti o nolenti, dovevano adattarsi per non scomparire.

Gérald Genta Storia e Creazioni

Orologi disegnati da Gérald Genta: inizio di una carriera incredibile

Chi era Gérald Genta? Colui che ha disegnato alcuni degli orologi di maggior successo degli ultimi 40 anni, l’inventore del Royal Oak e del Nautilus, il fondatore di una manifattura specializzata in orologeria complicata che ha portato in vita la prima Grande Sonnerie da polso? N

Gérald Genta è stato senza ombra di dubbio uno dei più grandi personaggi che l’orologeria moderna abbia mai conosciuto: creatore, inventore di tendenze, di complicazioni e di orologi che sono ancora oggi delle icone: il Royal Oak di Audemars Piguet, il Nautilus di Patek Philippe, l’Ingenieur di IWC, il Constellation di Omega e, non da ultimo, il Bulgari-Bulgari, sviluppato e ingegnerizzato a partire dall’idea originale di Gianni Bulgari.

Nato nel 1931 da madre svizzera e padre italiano, sin da ragazzo il ventenne Charles Gerald Genta ottiene i primi certificati nell’ambito dell’oreficeria e della gioielleria attestanti la sua abilità nella creazione e nella progettazione di gioielli.

Negli anni ’60 viene ingaggiato da Universal Geneve, uno dei marchi tuttora più importanti nel campo dell’orologeria, e successivamente inizia a dedicarsi alla realizzazione di orologio per il proprio brand, che porta il suo nome Gerald Genta, nel 1969.

Gli anni di collaborazione con Universal Geneve hanno aperto la strada per una carriera coi fiocchi: nel 1970 Audemars Piguet ingaggia Gerald per la realizzazione di un orologio che rivoluzionerà il mondo dell’orologeria. Stiamo parlando dell’ Audemars Piguet Royal Oak

Fondando il suo omonimo marchio, nel 1969, Genta ha portato linfa creativa e originalità in un settore tradizionalista ma che già si rivolgeva a un pubblico in cerca di soluzioni meccaniche singolari e di alto livello.

Nei suoi atelier sono nati modelli come il ripetizione minuti con movimento automatico di appena 2,72 millimetri di spessore. O il Grande Sonnerie, che al momento della sua presentazione, nel 1994, era l’orologio più complicato al mondo.

Senza dimenticare l’audacia di realizzare, negli anni Ottanta, un orologio di lusso con Topolino sul quadrante: un modello diventato vero punto di rottura nell’alta orologeria, ma soprattutto oggetto del desiderio di tutte le signore dell’alta società.

Nel 2000 il marchio Gérald Genta viene acquisito da Bulgari, che in questi anni ne ha saputo valorizzare al meglio gran parte delle competenze in termini di movimenti e di design.

Orologi Gerald Genta: dal Royal Oak al Nautilus

L’ascesa per il designer inizia con la realizzazione di una prima collaborazione con Audemars Piguet e dopo aver realizzato per il proprio brand il Gérald Genta Octo Granda Sonnerie Tourbillion, dotato di quattro gong per emulare al meglio il suono del Big Ben dal valore di $810,200.

Dopo aver collaborato nel 1958 alla realizzazione dell’Omega Constellation , inizia la realizzazione dell’Iwc Ingenieur nel 1976. Orologio dai tratti distintivi tipici di Gerald Genta che permette al maestro orologiaio di farsi notare da Patek Philippe per la realizzazione di uno degli orologi più belli e affascinanti di sempre: il Patek Philippe Nautilus.

Ma andiamo con ordine:

Recensione orologio patek philippe nautilus

Il sistema di chiusura del fondello del Nautilus 5711 con cassa in tre parti e fondello chiuso a vite.

Nel 1972 l’importatore di Audemars Piguet in Italia chiede alla Maison di Le Brassus un orologio nuovo, sportivo ma di lusso. Il compito di crearlo viene affidato a Gérald Genta che disegna il Royal Oak, un costoso segnatempo con due caratteristiche di rottura rispetto ai tempi: è grande, 39 mm, ed è in acciaio, che per un orologio di lusso è una novità.

La storia è molto particolare: si dice che Audemars Piguet iniziò a guardare all’ispirazione nata dalle bocche dei cannoni della Royal Oak, la nave britannica. Ma la verità è che Gérald vide nell’Arve, che è un piccolo fiume che attraversa Ginevra, delle persone che indossavano un vecchio scafandro, ed è da lì che prese ispirazione.

Se guardiamo il Royal Oak, infatti, la lunetta è chiusa con viti dall’alto, allo stesso modo del casco degli scafandri, mentre all’epoca non si usava mostrare le viti su un orologio.

Le vendite stenteranno per circa due anni e poi esploderanno con un ritmo inarrestabile.

Patek Philippe Nautilius Ref. 3700, nato nel 1976
Il Patek Philippe Nautilius Ref. 3700, nato nel 1976, era venduto con un cofanetto ricoperto di sughero. L’orologio, disegnato da Gerald Genta, aveva solo le sfere delle ore e dei minuti e non quella dei secondi.

Quattro anni dopo, nel 1976, anche Patek Philippe si affida a Genta per realizzare un modello che manca nella propria collezione, uno sportivo da poter portare in ogni occasione.

A Basilea durante la fiera vide arrivare la famiglia Stern. Guardandoli pensò: “Se dovessi fare un lavoro per loro cosa farei?” Gli Stern sono una famiglia di velisti, amano le barche, quindi pensò che avrebbe fatto qualcosa di marino. Così creò il Nautilus, pensando a un oblò.

Nasce così il Nautilus, Ref. 3700, sempre in acciaio, di dimensioni generose, tanto che verrà chiamato “jumbo”, e con una cassa in due corpi con l’apertura che ricorda l’oblò di una nave.

IWC Ingenieur SL Ref. 1832 di Gérald Genta
IWC Ingenieur SL Ref. 1832

Di Gérald Genta, va ricordato che sempre nel 1976, al prolifico designer venne chiesto da IWC di aggiornare il modello Ingenieur: nacque così l’IWC Ingenieur SL Ref. 1832, anch’esso in acciaio (anche se ne vennero realizzati una piccola quantità in oro e in acciaio e oro), con bracciale integrato, grandi dimensioni e la caratteristica di avere un doppio fondello in ferro dolce per schermarlo dai campi magnetici.

Questi tre segnatempo degli anni ’70, Royal Oak, Nautilus e Ingenieur SL, dalle linee e caratteristiche simili, sono considerati da molti collezionisti come “il meglio di Gerald Genta”.

Gérald Pasha de Cartier

Ultima realizzazione rivoluzionaria del mitico Gérald, è stato il Pasha de Cartier, frutto di una collaborazione con una delle ditte di gioielli più famosa e apprezzata nel mondo.

Recensione orologio Bulgari Octo Finissimo Automatico
Bvlgari Gerald Genta: Ulteriore complicazione del bracciale: rispettare e adeguarsi alla forma delle anse. È uno stilema della collezione Octo di Bulgari.

Nel 1999, la ditta omonima di Gerald Genta viene acquistata da Bvlgari. In questo senso le radici dell’Octo vengono comprensibilmente stravolte, fino a generare un orologio totalmente nuovo. L’Octo, va ricordato, è frutto della geniale mente di Gérald Genta, come abbiamo visto uno dei più grandi disegnatori d’orologi del secolo scorso. Solo che Genta, negli anni Duemila, disegnava per un pubblico composto fondamentalmente da compratori che cercavano luccichii e stravaganza, oggi esteticamente improponibili.

Genta morirà nel 2011, a 80 anni e con lui tutta la sua genialità, ma va anche detto che un uomo come lui non morirà mai e vivrà per sempre nelle sue opere d’arte.

Da appassionato come tutti voi non posso che non dire Grazie, per farci sognare ogni giorno con il desiderio di indossare al nostro polso le sue creazioni.

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Una risposta
  1. una recensione che merita il più sentito dei complimenti per un creatore unico nel mondo dell’orologeria il mio è solo un caso di omonimia che nutre la stessa per la passione per le macchine del tempo

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