Nel mondo degli orologi Rolex i soprannomi sono diventati quasi un linguaggio a sé. Mi sono spesso chiesto: sapreste riconoscere un Kermit da un Hulk? O distinguere un Batman da un Batgirl? E se davanti a voi comparisse un Big Red o un Paul Newman, riuscireste a identificarli? Da decenni, la community di appassionati Rolex ha dato vita a una miriade di nomignoli curiosi, spesso ispirati ai colori, ai dettagli estetici o alla storia stessa dei modelli più iconici. In questa guida, che aggiornerò costantemente, ho raccolto i principali soprannomi Rolex che ogni appassionato — o aspirante tale — dovrebbe conoscere. Un vero e proprio viaggio nel mondo dei Rolex più amati e ricercati.
Indice dei contenuti
- 1 Batman (GMT-Master II Ref. 116710BLNR)
- 2 Batgirl (GMT-Master II Ref. 126710BLNR)
- 3 Bruce Wayne (GMT-Master II Ref. 126710GRNR)
- 4 Bumblebee (GMT-Master II Ref. 126713GRNR)
- 5 Coke (GMT-Master Ref. 16760 e 16710)
- 6 Pepsi (GMT-Master II Ref. 126710BLRO)
- 7 Pantera Rosa (Pink Panther – GMT-Master Ref. 1675)
- 8 Root Beer (GMT-Master II Ref. 1675/3, 126711CHNR)
- 9 Big Red (Daytona Ref. 6263 e 6265)
- 10 John Mayer (Daytona Ref. 116508-0013)
- 11 Paul Newman (Daytona Ref. 6239)
- 12 Paul Newman John Player (Daytona Ref. 6241)
- 13 Hulk (Submariner Ref. 116610LV)
- 14 Kermit (Submariner Ref. 16610LV)
- 15 James Bond Submariner Ref. 6538
- 16 Puffo (Submariner Ref. 116619)
- 17 Starbucks (Submariner Ref. 126610LV)
- 18 Triple Six (Sea-Dweller Ref. 16660)
- 19 Thunderbird (Turn-o-Graph Ref. 1625, 16253, 16263, e 16264)
- 20 Texano (Oysterquartz Ref. 5100)
Batman (GMT-Master II Ref. 116710BLNR)
Iniziamo con i GMT. Quando è stato presentato per la prima volta nel 2013, il Rolex GMT-Master II ha subito conquistato il soprannome di “Batman“. Il merito? La sua lunetta Cerachrom bicolore, la prima realizzata in questa combinazione, che alterna il blu al nero: una scelta cromatica che ha inevitabilmente evocato, nell’immaginario degli appassionati, i colori distintivi del celebre vigilante di Gotham City targato DC Comics. Oggi, il nomignolo “Batman” viene associato soprattutto alla versione con il bracciale Oyster a tre maglie.
Batgirl (GMT-Master II Ref. 126710BLNR)
Quando nel 2019 è stata lanciata la referenza 126710BLNR del GMT-Master II, gli appassionati hanno subito iniziato a chiamarla “Batgirl”. A distinguerla dal già noto “Batman” non è tanto la lunetta, che mantiene sempre l’iconica combinazione blu e nera, quanto piuttosto la scelta del bracciale: qui troviamo il Jubilee al posto dell’Oyster. C’è davvero un bracciale più maschile o femminile? Difficile dirlo con certezza, ma a quanto pare questa variazione è bastata per ispirare i collezionisti a coniare un nuovo soprannome per il modello.
Bruce Wayne (GMT-Master II Ref. 126710GRNR)
A oltre dieci anni dal debutto del “Batman”, è arrivato un nuovo GMT-Master che molti hanno subito collegato all’alter ego dell’eroe: il miliardario Bruce Wayne. Parlo della referenza 126710GRNR — dove la sigla indica le tonalità “grigio” e “noir” — svelata nel 2024. La sua lunetta GMT bicolore, che alterna il nero al grigio, viene spesso considerata una variante più discreta e raffinata rispetto al blu-nero del “Batman”: quasi come se rappresentasse Bruce Wayne nella sua elegante normalità, piuttosto che nella sua veste notturna da vigilante.
Bumblebee (GMT-Master II Ref. 126713GRNR)
Devo ammettere che tra i tanti soprannomi curiosi legati ai Rolex, questo è uno di quelli che mi diverte di più. Il giallo e il nero, colori che ritroviamo facilmente in natura sui calabroni, hanno ispirato alcuni appassionati — probabilmente influenzati anche dalla saga dei Transformers e dal famoso robot mutaforma Bumblebee — ad attribuire questo nome al GMT-Master II presentato nel 2023. In questa referenza, l’oro giallo impreziosisce le maglie centrali del bracciale Jubilee e i numeri della lunetta 24 ore, mentre il quadrante e la metà “notturna” della lunetta restano neri. L’altra metà, invece, gioca su un elegante grigio sfumato, proprio come abbiamo visto nel “Bruce Wayne“. Un mix di colori che, personalmente, trovo davvero riuscito.
Coke (GMT-Master Ref. 16760 e 16710)
Nel 1983 Rolex introduce un’evoluzione importante: al fianco della storica linea GMT-Master arriva il GMT-Master II, un aggiornamento che, seppur apparentemente minimo, porta con sé una novità tecnica non da poco. La lancetta GMT con punta a freccia viene finalmente separata dalla lancetta delle ore locali, permettendo così di regolare quest’ultima a scatti di un’ora senza toccare né i minuti, né i secondi, né tantomeno la funzione GMT. Una soluzione che rende molto più semplice gestire i cambi di fuso orario e offre la possibilità di leggere un terzo fuso utilizzando la lunetta girevole. Il primo modello di questa nuova serie si fa notare anche per il suo design: è il famoso “Coke“, chiamato così per via della lunetta nera e rossa che richiama i colori della Coca-Cola. A questo si aggiungono due soprannomi che gli appassionati gli hanno affibbiato nel tempo: “Fat Lady”, per via della cassa più spessa necessaria ad accogliere il nuovo movimento, e il più affettuoso “Sophia Loren”, un omaggio alla sua silhouette più abbondante ma decisamente affascinante.
Pepsi (GMT-Master II Ref. 126710BLRO)
Il primo GMT-Master in assoluto, e per molti ancora oggi il modello simbolo di questa linea, è la referenza 6452, presentata nel 1955. Fu proprio con questo orologio che debuttò la celebre lunetta bicolore rossa e blu, che negli anni avrebbe portato gli appassionati a ribattezzarlo “Pepsi“, richiamando i colori del celebre marchio di bibite. In realtà, sembra più probabile che almeno il blu sia stato scelto per richiamare il logo della Pan American Airlines, compagnia con cui Rolex collaborò durante lo sviluppo del modello, pensando ai bisogni dei piloti intercontinentali. Ma i soprannomi non finiscono qui: il primo “Pepsi” è noto anche come “Pussy Galore” (anche se più all’estero che in Italia), grazie alla sua apparizione al polso di Honor Blackman nel film *Goldfinger*, dove interpretava proprio quel personaggio. Dopo anni di assenza, Rolex ha riportato in scena l’iconica lunetta “Pepsi” con la versione in Cerachrom del 2018: la referenza 126710BLRO, realizzata in acciaio e abbinata al bracciale Jubilee.
Pantera Rosa (Pink Panther – GMT-Master Ref. 1675)
La Pantera Rosa, oltre a essere il celebre titolo della saga cinematografica con Peter Sellers nei panni dell’imbranato ispettore francese, e della serie animata con l’iconica pantera color rosa, è anche il curioso soprannome di una particolare e ormai rarissima versione del Rolex GMT-Master prodotta negli anni Sessanta. In questa variante, il classico rosso della lunetta “Pepsi” lascia spazio a una vivace tonalità fucsia, che gli ha fatto guadagnare proprio il nomignolo di “Pink Panther” tra i collezionisti e gli appassionati. Un dettaglio cromatico insolito che rende questo esemplare ancora più ricercato.
Root Beer (GMT-Master II Ref. 1675/3, 126711CHNR)
Tra i vari soprannomi ispirati al mondo delle bibite, il “Root Beer” è sicuramente uno dei più originali associati ai GMT-Master di Rolex. Questo nomignolo compare per la prima volta negli anni ’70 con la referenza 16753, la prima ad abbinare la lunetta bicolore marrone e oro, una combinazione che richiama i colori della celebre bevanda americana. Nel 2018 il “Root Beer” è tornato in una veste più moderna con la referenza 126711CHNR, realizzata in Oystersteel e caratterizzata da una lunetta Cerachrom 24 ore che questa volta unisce il marrone al nero, invece del classico oro. Vale la pena ricordare che la versione originale ha anche un altro soprannome tra gli appassionati: “Clint Eastwood”, in onore del leggendario attore e regista, spesso fotografato con questo modello al polso nei suoi film.
Big Red (Daytona Ref. 6263 e 6265)
Entrando nel mondo dei Daytona, vale la pena soffermarsi sulle versioni conosciute come “Big Red“, comparse negli anni Settanta. Questi esemplari fanno parte della ristretta e ambitissima famiglia dei Daytona “Paul Newman” (di cui parlerò più avanti), e si riconoscono per un dettaglio distintivo: la scritta “Daytona” in rosso acceso posizionata sopra il contatore a ore 6. Non tutti i Daytona di quel periodo presentano questa caratteristica, il che rende i “Big Red” ancora più ricercati tra collezionisti e appassionati.
John Mayer (Daytona Ref. 116508-0013)
John Mayer, noto cantautore e da sempre grande appassionato di orologi, ha finito per dare involontariamente il suo nome a uno dei Daytona più desiderati degli ultimi anni. Parlo della referenza 116508-0013, realizzata interamente in oro giallo 18 carati, sia per la cassa che per il bracciale Oyster, con un quadrante verde intenso che spicca immediatamente grazie al classico layout tricompax del Daytona e agli indici applicati in oro giallo. Sulla lunetta trova posto l’immancabile scala tachimetrica, omaggio alle radici automobilistiche del modello (di cui parlerò meglio a proposito del “Paul Newman”). Lanciato nel 2016, questo Daytona ha visto la sua popolarità esplodere quando Mayer è stato fotografato mentre lo indossava e ne ha parlato apertamente durante alcune interviste dedicate al mondo dell’orologeria.
Paul Newman (Daytona Ref. 6239)
Tra gli orologi più preziosi e iconici al mondo, ce n’è uno che porta il nome del leggendario attore che, in parte, ha contribuito a renderlo così famoso: il Paul Newman. La storia dietro questo soprannome, ormai conosciutissimo tra gli appassionati Rolex, affonda le radici alla fine degli anni ’60, quando Newman si avvicinò seriamente al mondo delle corse automobilistiche. Fu proprio in quel periodo che la moglie, Joanne Woodward, gli regalò un Rolex Daytona Ref. 6239, pensato proprio per i piloti. Si trattava di una versione con quadrante cosiddetto “esotico”, caratterizzato da dettagli davvero particolari: il fondo bianco crema leggermente sporco, i contatori neri a ore 3, 6 e 9 con indici quadrati e numerazione in stile Art Déco.
Un dettaglio raro era anche la scritta “Daytona” in rosso posizionata sopra il contatore a ore 6, esattamente come abbiamo visto nei modelli “Big Red”. L’orologio che Newman ricevette in dono — con il famoso messaggio inciso sul fondello “Drive Carefully – Me” — è entrato nella leggenda quando, nel 2017, venne battuto all’asta da Phillips per l’incredibile cifra di 15,5 milioni di dollari, diventando così il Rolex più costoso mai venduto. Oggi i Daytona vintage “Paul Newman” restano tra i pezzi più rari e ambiti dai collezionisti di tutto il mondo.
Paul Newman John Player (Daytona Ref. 6241)
Spesso considerato una variante del celebre Daytona “Paul Newman”, il modello conosciuto come “John Player Special” deve il suo soprannome alla livrea nero-oro della scuderia di Formula 1 sponsorizzata dall’omonimo marchio. Realizzato negli anni Sessanta, questo Daytona si distingue per la cassa in oro giallo da 37 mm e per il quadrante nero, impreziosito dai contatori dorati per i secondi e le funzioni cronografiche, che creano un contrasto visivo davvero affascinante. La produzione di questa referenza si è interrotta nel 1969 e si stima che ne siano stati realizzati soltanto circa 300 esemplari in questa configurazione oro giallo, motivo per cui oggi rappresenta uno dei pezzi più ricercati e desiderati dai collezionisti di Daytona vintage.
Hulk (Submariner Ref. 116610LV)
Passiamo ora ai Submariner. Tra i modelli più amati dai collezionisti c’è senza dubbio l’”Hulk“, ovvero la referenza 116610LV, presentata nel 2010. Fin dal suo debutto ha saputo conquistare appassionati e collezionisti grazie alla sua estetica audace: un quadrante verde intenso abbinato alla lunetta unidirezionale, anch’essa verde, che richiama immediatamente il celebre gigante verde della Marvel. È stato uno dei primi modelli Rolex a introdurre il Cerachrom, la speciale lega ceramica sviluppata in-house dalla maison per garantire resistenza e brillantezza alla lunetta. Dopo dieci anni di produzione, l’Hulk è uscito di scena, alimentando ancora di più la sua desiderabilità sul mercato dell’usato. Chissà se, col tempo, riuscirà a raggiungere cifre da record nelle aste… non resta che osservare l’evoluzione del mercato.
Kermit (Submariner Ref. 16610LV)
Prima che arrivasse l’”Hulk”, a tingere di verde il mondo dei Submariner ci aveva già pensato il “Kermit“, presentato nel 2003. Il soprannome, ovviamente, richiama l’iconica rana dei Muppets, Kermit, famoso per il suo celebre “non è facile essere verdi”. Forse, in un certo senso, anche Rolex la pensava così: per celebrare il 50° anniversario del Submariner (nato nel 1953), la maison optò per una soluzione più sobria rispetto al successivo Hulk, utilizzando il verde solo sulla lunetta, mentre il quadrante rimase nero. Questo contrasto donava al Kermit un carattere distintivo e meno monocromatico. La sua produzione si è interrotta proprio nel 2010, lo stesso anno in cui ha fatto il suo debutto l’Hulk. È bene precisare che il “Kermit” di Rolex non ha alcun legame ufficiale con il personaggio dei Muppets, a differenza di un recente modello Oris che porta lo stesso nome, arrivando persino a mostrare il volto sorridente di Kermit sul quadrante.
James Bond Submariner Ref. 6538
Questo modello non ha bisogno di molte presentazioni: è l’orologio che Sean Connery indossava nei panni dell’intramontabile James Bond nei primi capitoli della saga. Si tratta del Submariner Ref. 6538, che ai tempi potrebbe addirittura essere arrivato sul set direttamente dalla collezione personale di Connery. Lo vediamo al polso di 007 in Dr. No, Dalla Russia con amore (1963) e Goldfinger (1964). Considerando il passato da ufficiale di marina del personaggio e le frequenti immersioni in situazioni pericolose, il Submariner era la scelta più logica come compagno di missione. In Dr. No lo vediamo montato su un cinturino in pelle marrone, mentre in Goldfinger fa la sua comparsa (presumibilmente lo stesso esemplare) su un cinturino NATO in nylon, molto sottile e a righe. Questa referenza si distingue per alcuni dettagli iconici: la “Big Crown” sovradimensionata da 8 mm e l’inserto lunetta in alluminio con il triangolo rosso. Ancora oggi, per tanti appassionati di 007, questo rimane il vero “orologio di Bond”, nonostante nelle generazioni più recenti l’Omega Seamaster abbia preso il suo posto sul grande schermo.
Puffo (Submariner Ref. 116619)
Per chi non è cresciuto come me negli anni ’80 (io sono del 1984), forse i Puffi non evocano la stessa ondata di nostalgia che colpisce invece molti della generazione X. Creati dal fumettista belga Pierre Culliford, in arte Peyo, questi simpatici personaggi dalla pelle blu, che vivevano nei funghi e lottavano contro il perfido Gargamella, hanno invaso non solo la TV e il cinema, ma anche scaffali di giocattoli e parchi a tema in tutto il mondo. È proprio il blu brillante del quadrante e della lunetta del Submariner Ref. 116619 ad aver ispirato il soprannome “Puffo””. In questo caso, però, siamo ben lontani dal mondo dei giocattoli: la cassa e il bracciale in oro bianco trasformano questo Submariner in uno dei “giocattoli” di lusso più ambiti e costosi che un appassionato possa desiderare.
Starbucks (Submariner Ref. 126610LV)
Tra i tanti soprannomi assegnati ai modelli Rolex, questo Submariner ha finito per essere legato, in maniera piuttosto curiosa, ai colori della famosa catena di caffè di Seattle “Starbucks”. Parlo della versione lanciata di recente, nel 2020, che porta una ventata di freschezza nella linea Submariner. La cassa da 41 mm è realizzata in acciaio, per la precisione l’Oystersteel proprietario di Rolex, mentre la lunetta sfoggia un vivace inserto verde in Cerachrom, capace di catturare la luce in modo sorprendente. Al suo interno batte il calibro automatico 3235, uno dei movimenti più moderni e affidabili della maison.
Triple Six (Sea-Dweller Ref. 16660)
Il primo Rolex Sea-Dweller, nato nel 1967 come naturale evoluzione del Submariner, venne progettato per affrontare immersioni ancora più estreme. Grazie all’impermeabilità garantita fino a 500 metri e alla valvola di rilascio dell’elio, pensata per l’uso all’interno delle campane subacquee pressurizzate, questo modello rappresentava una vera innovazione per i sub professionisti. Nel 1978, Rolex ha spinto ancora oltre i propri limiti, portando la resistenza all’acqua a ben 1.220 metri (ovvero 4.000 piedi), un record assoluto per l’epoca. Il soprannome “Triple Six” che accompagna questa seconda generazione non si riferisce alla profondità, bensì al numero di referenza: 16660. Oggi, permettetemi il gioco di parole, trovarne uno in circolazione non è affatto cosa semplice.
Thunderbird (Turn-o-Graph Ref. 1625, 16253, 16263, e 16264)
Questo orologio, almeno per chi conosce un minimo il catalogo Rolex, non ha certo bisogno di presentazioni. Il suo soprannome, però, è ancora poco conosciuto qui da noi, mentre è molto più diffuso tra i collezionisti internazionali. Lanciato nello stesso anno del GMT-Master, il Rolex Turn-O-Graph non ha mai raggiunto la stessa fama globale, ma occupa comunque un posto importante nella storia della Corona: è infatti il primo orologio da polso Rolex a montare una lunetta girevole, ancora prima del Submariner.
La prima generazione, la Ref. 1625, attirò l’attenzione della squadra acrobatica dell’aeronautica militare statunitense, i celebri Thunderbirds, che trovavano particolarmente utile la funzione di cronometraggio della lunetta per la navigazione aerea. Fu così che Rolex iniziò a fornire questi orologi al team, e da quel momento il soprannome “Thunderbird” iniziò a circolare, tanto che per un periodo la stessa Rolex lo utilizzò, in modo semi-ufficiale, nelle campagne pubblicitarie dedicate al mercato nordamericano. In un certo momento, la maison arrivò persino a realizzare una versione speciale, con il logo dei Thunderbirds applicato a ore 6, destinata esclusivamente ai piloti della squadra. Non serve dire che questi esemplari oggi rappresentano alcuni dei “Thunderbird” più rari e ricercati dai collezionisti.
Texano (Oysterquartz Ref. 5100)
Negli anni ’70, in piena crisi del quarzo, anche Rolex decise di esplorare questo nuovo territorio tecnologico, dando vita a una serie di orologi conosciuti come “Oysterquartz”. Il primo esperimento fu la Ref. 5100, una tiratura limitata di soli 1.000 pezzi, animati dal movimento al quarzo Beta-21, sviluppato da un consorzio svizzero. Questo modello, vero e proprio precursore degli Oysterquartz che arriveranno qualche anno dopo con un calibro interamente progettato da Rolex, si fece notare sotto molti aspetti. La cassa da 40 mm era decisamente imponente per gli standard dell’epoca, dimensioni necessarie per accogliere il movimento particolarmente ingombrante. Realizzato interamente in oro 18 carati, sia nella cassa che nel bracciale integrato, rappresentava l’orologio più costoso presente nel catalogo Rolex in quel periodo.
È proprio per le sue proporzioni generose e la scelta di materiali così importanti che la Ref. 5100 ha guadagnato il soprannome di “Texano”, un chiaro riferimento alla proverbiale grandiosità associata al Texas. Da sottolineare anche un primato tecnico: fu il primo Rolex a utilizzare un vetro zaffiro per proteggere il quadrante, anticipando una tendenza che si sarebbe poi consolidata. Impossibile non sorridere sapendo che proprio questo soprannome “Texano” rientra nella nutrita schiera di appellativi nati negli Stati Uniti per i modelli della maison.